«Siamo tornati indietro, quando la stagione del contenzioso giudiziario con Acea ha avuto purtroppo riflessi negativi per i cittadini, che hanno dovuto pagare il conto di scelte che potevano essere evitate». Così Simone Cretaro, sindaco di Veroli. Dice: «Sarebbe fin troppo facile sottolineare oggi che il sottoscritto era tra quelli che nell'assemblea del 13 dicembre scorso metteva in guardia sul fatto che la delibera veniva adottata con pareri legali e tecnici sostanzialmente contrari. Oppure che bisognava attenersi alle disposizioni dell'articolo 34 della convenzione. Ma il discorso è più ampio. Il ricorso di Acea, la redazione di un nuovo Piano d'ambito, le procedure che seguiranno alla risoluzione della convenzione hanno un minimo comune denominatore: rappresenteranno comunque un costo, che mi auguro non debbano sopportare ancora una volta i cittadini».

Intanto da alcune indiscrezioni che filtrano Acea Ato 5 starebbe predisponendo un secondo ricorso al Tar, stavolta contro le penali (di circa 20 milioni di euro) applicate dalla Sto. In ogni caso la stagione del contenzioso giudiziario tra l'Ambito Territoriale Ottimale e l'Acea si è riaperta. La società che gestisce il servizio idrico, nel ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (sezione di Latina), ha anche avanzato una richiesta di risarcimento di 20 milioni per danni di immagine. In 63 pagine sono stati argomentati gli 8 motivi per i quali Acea ritiene che la delibera del dicembre scorso vada annullata.

La società ricorda il parere legale dell'avvocato Farnetani, che ad un certo punto recitava: «L'inadempimento attualmente imputabile al gestore è decisamente ridimensionato rispetto a quello contestato nel febbraio 2016, talché sarebbe rischioso - con la certezza di un complesso contenzioso - sostenere che sussistano ancora oggi i presupposti per la risoluzione del contratto ex articolo 34 della convenzione di gestione e del disciplinare tecnico».

Poi viene sottolineato pure il parere della Segreteria Tecnico Operativa: «Gli adempimenti contestati e tutt'ora non rimossi, non costituiscono gravi inadempienze tali da pregiudicare o rischiare di pregiudicare la continuità, la qualità dei servizi affidati o il raggiungimento degli obiettivi posti dal Piano».

Rileva Acea nel ricorso: «Tuttavia, nonostante il parere legale dell'avvocato Farnetani e di quello tecnico della Sto, entrambi univoci a destituire di fondamento il procedimento di risoluzione avviato nei confronti del gestore, con deliberazione numero 5 del 13/10/2016 l'Aato ha deciso, senza alcuna motivazione espressa o comunque evincibile nel provvedimento, di non approvare la proposta della Sto circa l'insussistenza delle condizioni per procedere alla risoluzione del contratto».

Tra i vari motivi indicati da Acea nel ricorso c'è pure quello relativo al fatto che secondo il gestore gli atti sono stati «adottati in difetto del principio di imparzialità e di serenità di giudizio, posto che molti Comuni che hanno votato per la risoluzione contrattuale hanno un contenzioso pendente con Acea e, pertanto, avevano l'obbligo di astenersi dalla votazione». Scrivono i legali di Acea nel ricorso: «È ben noto (ndr: al Tar) che il rapporto tra l'odierna ricorrente e i Comuni dell'Ato 5 è certamente caratterizzato da un alto livello di conflittualità, in conseguenza delle azioni promosse dalla società ricorrente, per la tutela dei propri diritti ed interessi».

In ogni caso si è riaperta la fase del contenzioso giudiziario tra l'assemblea dei sindaci ed Acea Ato 5. Nei prossimi giorni tornerà a riunirsi la Consulta d'ambito, chiamata a definire anche la data della prossima riunione della conferenza dei sindaci. Sempre il sindaco di Veroli Simone Cretaro rileva: «A distanza di quasi due mesi dall'approvazione della delibera con la quale è stata votata la risoluzione della convenzione, i sindaci che hanno assunto quell'iniziativa non hanno ancora dato alcuna indicazione su come intendono procedere. Se, per esempio, con l'indizione di una nuova gara o con un consorzio pubblico-privato».