Non si placa la polemica sulla situazione di impasse del settore Urbanistica del Comune di Frosinone. Il summit di sabato scorso, che ha fatto registrare un durissimo confronto tra professionisti e tecnici, si è concluso con un nulla di fatto. Il vertice è stato aggiornato per volontà del sindaco. E la tensione, nonostante la mediazione di Ottaviani e dell’assessore Gagliardi, resta alta. Tanto che il primo cittadino, secondo rumors, sarebbe intenzionato ad assumere decisioni drastiche.

Ingegneri, architetti e geometri sostengono che i dirigenti del settore non danno seguito alle loro richieste e che gli stessi documenti vengono sollecitati più volte, anche se non necessari. Insomma lamentano una sorta di eccesso di zelo che blocca l’edilizia. Ma la questione riguarderebbe pure il fermo delle pratiche degli abusi edilizi.

Nei cassetti del Comune, secondo uno studio della Sogeea, le istanze presentate ammontano a 8.700. Quelle da evadere sono 3.871. Gli oneri concessori da riscuotere arrivano a 4.838.750 euro; le oblazioni a 7.354,900; i diritti di istruttoria a1.006.460; i diritti di segreteria a 1.470.90. La cifra totale è di 14.671.090. Il mancato incasso, a quanto pare, sarebbe legato proprio alla lentezza della macchina burocratica: le pratiche restano al palo in quanto tutto è demandato a un solo impiegato.

L’esasperazione ha ormai superato i livelli di guardia. I professionisti vogliono anche capire a «che cosa è dovuta la scarsa collaborazione fra ente pubblico e tecnici privati». Nel muro contro muro sono finiti pure i giorni di ricevimento. «Gli orari sono insufficienti - spiegano professionisti e cittadini - in quanto si riceve per appuntamento con tempi di attesa molto lunghi, (in genere sui quaranta giorni), sia per visionare le pratiche di condono edilizio, sia per informazioni di natura tecnico-procedurale».

Nel mirino persino le procedure amministrative, che a detta dei professionisti, non rispettano le normative vigenti in materia di ricezione degli atti e del regolamento edilizio Comunale: «per cui se alcune pratiche sono carenti di documentazione (a volte inutili) vengono dichiarate improcedibili, senza che vi sia avvio del procedimento secondo norma. Quindi devono essere ripresentate daccapo, con ovvia spesa per il tecnico e il cittadino per il pagamento dei relativi diritti». A quanto pare, poi, succede che nei giorni di ricevimento,anche con appuntamento, gli stesi tecnici comunali, siano impegnati in altre situazioni istituzionali, per cui, salta l’eventuale colloquio.

I professionisti, pertanto, chiedono il potenziamento del SUE (sportello unico per l’edilizia) «che ad oggi è un mero strumento perla consegna delle pratiche, senza che le stesse vengano viste dal tecnico comunale per un eventuale screening. Questo darebbe la possibilità sia alla struttura di ricevere pratiche complete e meritevoli di approvazione, senza aggravare gli uffici di lavoro inutile, sia ai professionisti, che avrebbero la possibilità di eventualmente correggere il deficit riscontrato».

Capitolo scottante: l’interpretazione delle norme edilizie. «Se un anno fa, per il rilascio del permesso a costruire, una pratica edilizia era giudicata ammissibile, la stessa, ad oggi si ritiene non ammissibile da parte dello stesso ufficio». Ma per i dirigenti del settore Urbanistica le accuse mosse non trovano riscontro con la realtà. In considerazione di quanto sta accadendo, lo stesso sindaco ha stabilito una riunione propedeutica per il corretto rapporto tra ufficio e utenza. Servirà per rimuovere eventuali discrasie.