Il Vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, ha sottoscritto un accordo con le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil sulla manovra di bilancio regionale in discussioni in queste ore in Consiglio regionale.
Nell'accordo sono stati definiti tempi, modalità e obiettivi per garantire anche nel 2022 la riduzione della pressione fiscale, in particolare per i redditi più bassi.
A tale scopo sarà adottata una legge regionale con cui verrà incrementato lo stanziamento del fondo destinato alla riduzione strutturale della pressione fiscale, dando priorità alla riduzione dell'addizionale regionale all'Irpef per i redditi più bassi.
La regione si è impegnata, inoltre, a rafforzare il confronto con il Governo per l'utilizzo anche dei Fondi europei da usare per la riduzione della pressione fiscale e a intervenire sulla qualificazione della spesa corrente.
Per il raggiungimento degli obiettivi è stato istituito un tavolo di confronto tra Regioni e sigle sindacali che sarà a lavoro a partire da gennaio 2022.
«Dobbiamo ridurre la pressione fiscale a partire dai redditi più bassi, anche per il 2022. Non solo un imperativo categorico e un dovere morale. Ma molto di più: un accordo siglato con la Regione Lazio e definito nelle modalità , nei tempi e negli obiettivi con un percorso chiaro, dettagliato e inderogabile.
Un risultato della quale la Cisl va molto fiera» ha detto il segretario della Cisl Enrico Coppotelli che ha, poi, aggiunto: «Da pochi minuti è stato sottoscritto un verbale di accordo sindacale con la Regione Lazio, nel quale è scritto nero su bianco che verrà previsto un valore del fondo che permetta di mantenere inalterata la pressione fiscale a partire dalle fasce di reddito più basse. Ma c'è un punto del quale andiamo particolarmente orgogliosi come Cisl, quello che stabilisce di approfondire, per l'anno 2022, le misure da adottare con riferimento alla maggiorazione dello 0,50% dell'addizionale regionale dell'Irpef (la cosiddetta Irpef Sanità ).
Tanto per essere chiari: parliamo di un'addizionale introdotta con il commissariamento della sanità laziale, allora necessaria per coprire il deficit. Un'addizionale che doveva sparire con la fine del commissariamento. Ma non è stato così. Un balzello che nel 2013, nell'ambito dell'aumento delle aliquote Irpef per accedere al prestito da 10 miliardi di euro dallo Stato, è stato portato da 1,23% a 1,73%. Da qui 0,50%. Parliamo di una misura sulla quale la Regione Lazio mai aveva aperto spiragli. Essere riusciti a ricomprenderla in questo accordo, con l'impegno di approfondire seriamente la questione, è un traguardo che non è esagerato definire storico».