«Siamo fortemente preoccupati per la fase di stallo che registriamo in questi giorni, invece dobbiamo correre perché stiamo arrivando al fatidico giro di boa di un anno dall'inizio di questa terribile pandemia e siamo ancora, drammaticamente, in mezzo al guado». Così, in una nota, Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio.

Rileva: «Purtroppo anche nella nostra regione, non conosce crisi la "crisi del lavoro" e tutti gli indicatori sono in allarme rosso da mesi. Nel 2020 le ore di cassa integrazione nella nostra regione rispetto al 2019 sono aumentate vertiginosamente. Secondo una rielaborazione del nostro Ufficio Studi dei dati Inps diffusi oggi, mentre nel 2019 (periodo 1 aprile 31 dicembre) le ore totali autorizzate, a operai e impiegati, di cigo, cigs, cigd sono state 12.099.556, nel 2020, stesso periodo, sono arrivate a quota 203.491.778.
Che significa un balzo percentuale del 1.581,8 per cento.

Un balzo in avanti che corrisponde anche per le ore autorizzate per i Fondi Fis: 4.545.692 nel 2019 che balzano a 173.451.129 nel 2020 (periodo aprile-dicembre). Di fatto sono esplose, il che sta a significare che abbiamo centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione nel Lazio. Una situazione a dir poco drammatica se calcoliamo che tutto ciò è solo un preludio di quello tsunami di licenziamenti che potrebbe avvenire qualora il prossimo 31 marzo non venisse prorogato il blocco dei licenziamenti. Proroga a tutto il 2021 che la Cisl sta chiedendo con forza.

Inutile dire come questo abbia avuto ripercussioni sul potere d'acquisto delle famiglie. Una caduta verticale dei redditi di diverse migliaia di euro che ha decretato, nella migliore delle ipotesi, qualche acquisto in meno, nella peggiore, la rinuncia di 3 milioni di italiani a curarsi, come rileva sempre oggi un sondaggio (Facile.it)».