Gli anni passano, ma l'inquinamento atmosferico nella Valle del Sacco non diminuisce, anzi permane in modo progressivo e costante. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal capogruppo consiliare della Lega, nonchè delegato nazionale Anci, Danilo Magliocchetti.
«Come era ampiamente prevedibile - spiega il consigliere - da decenni e in mancanza di interventi concreti, strutturali, efficaci anche la valutazione preliminare sulla qualità dell'aria nella nostra regione, elaborata dall'Arpa Lazio per il 2020 certifica, ancora una volta, che l'area della Valle del Sacco ha superato i valori limite sia per le Pm 10, sia per l'ozono O3, nocivi per la salute pubblica. La pubblicazione dell'Arpa, infatti, presenta i risultati ottenuti dalla rete automatica di monitoraggio della qualità dell'aria nel Lazio, dal primo gennaio al 31 dicembre 2020, con il riferimento alla verifica del rispetto dei limiti di legge».
Dunque, un 2020 "annus horribilis" nel Lazio anche in fatto di inquinamento ambientale. E come è sempre accaduto in precedenza, aggiunge Magliocchetti, «il territorio della Valle del Sacco, al pari dell'agglomerato di Roma, che ha una situazione di traffico notevolmente superiore rispetto a tutti gli altri, risulta il peggiore della regione per qualità dell'aria, per Pm10 e O3».
Ma oltre questi dati, ampiamente previsti, per il consigliere «desta preoccupazione e perplessità il fatto che non si registra mai una rilevazione in positivo rispetto all'anno precedente. Soltanto una costante e perdurante situazione di criticità». In altre parole, la qualità dell'aria e del territorio nella Valle del Sacco non migliorano mai.
«Se la rilevazione dei dati negativi è così costante nel tempo, senza una parentesi di discontinuità con il passato - sottolinea il capogruppo del Carroccio - è il segnale che il processo di caratterizzazione viaggia a una velocità elefantiaca, e che per la successiva bonifica serviranno svariati decenni. Giova ricordare - conclude Magliocchetti - che la vicenda nasce nel lontano 2005; che la Valle del Sacco è il terzo sito più inquinato d'Italia, come ha ammesso il Ministero competente; che la zona è stata dichiarata Sin dal 2016 e che il 13 marzo 2019 è stato siglato da Ministero dell'Ambiente e Regione Lazio un protocollo per la
messa insicurezza del sito e la successiva bonifica, con uno stanziamento di 53,6 milioni di euro. Elementi che però non contribuiscono affatto al miglioramento della
qualità dell'aria. E l'Arpa lo certifica ogni anno con drammatica puntualità».