«I numeri hanno la testa dura, c'è poco da girarci intorno. Tra prima e dopo l'estate circa 350 micro e piccole imprese della provincia di Frosinone, nostre associate, hanno chiuso e non riusciranno a riaprire.
La situazione è drammatica. Dobbiamo vincere la sfida di evitare la chiusura di chi è rimasto aperto».

Guido D'Amico, presidente nazionale di ConfimpreseItalia, non usa mezzi termini.
Rileva: «Purtroppo continuiamo a registrare un'assoluta mancanza di visione da parte del Governo. Specialmente in quella parte dell'esecutivo che fa riferimento al Movimento Cinque Stelle. Perché i provvedimenti a sostegno delle imprese non vanno soltanto annunciati, ma attuati. E questo continuiamo a non vederlo».

Aggiunge D'Amico: «Credo che dovrebbe essere disposto ora un lockdown generale, per aiutare il sistema sanitario ed ospedaliero e per fermare significativamente la curva dei contagi. Bisognerebbe farlo ora per poi provare a ripartire durante il periodo natalizio. Invece ci sembra che le decisioni del Governo vadano in tutt'altra direzione. Fra l'altro davvero non riusciamo a capire per quale motivo non si sia mai davvero intrapresa la strada dei finanziamenti a fondo perduto in modo sistematico.

Tutto il resto non arriva in maniera puntuale: dalla cassa integrazione ai lavoratori al sostegno alle imprese, specialmente quelle piccole e piccolissime. La pandemia non è colpa di nessuno, ma la gestione della stessa sì. E se non ci sono aiuti strutturali non ce la si può fare. Esistono dei settori, dal turismo alla ristorazione, completamente travolti dagli effetti del Coronavirus. Peraltro è profondamente sbagliato affrontare il tema come se ci fossero due entità distinte e separate, vale a dire l'emergenza sanitaria e quella economica. Sono due facce della stessa medaglia purtroppo. Molto aziende non hanno riaperto i battenti dopo il lockdown. Altre hanno provato a resistere, ma poi hanno chiuso dopo l'estate.

Adesso siamo nell'occhio del ciclone della seconda ondata e qualcuno già dice che ce ne sarà una terza.
Avanti in questo modo non si può andare, questo è certo. I consumi sono fermi e gli imprenditori vivono alla giornata, non potendo pianificare e programmare nulla.
Nessuna risposta è stata data alle nostre proposte, a partire da quella dell'anno bianco fiscale. Quello che si fatica a metabolizzare è che la crisi economica è di dimensioni mai viste prima. Nel senso che sono crollati i consumi e si è fermata la produzione in moltissimi settori. Davanti ad uno scenario di questo tipo non è pensabile affrontare la situazione con gli strumenti tradizionali».

Rileva ancora Guido D'Amico: «Come associazione siamo impegnati a sostenere le nostre imprese associate con tutto quello che possiamo fare. Però il problema è di prospettiva nazionale. Il Governo non dà la sensazione di avere la situazione sotto controllo.
Si continua procedere a macchia di leopardo, inseguendo l'emergenza senza neppure provare ad anticiparla. In questo modo non si va da nessuna parte, è impossibile. Ci rendiamo conto di cosa significa, soltanto per la Ciociaria, fare i conti con centinaia e centinaia di attività e di piccolissime aziende che hanno dovuto arrendersi agli effetto di questa crisi economica?».