Un gruppo di insegnanti, precisamente diciotto precari della nostra provincia, undici dei quali hanno firmato un esposto al Provveditorato, all'Utr regionale e al Ministero dell'Istruzione, sono piuttosto "arrabbiati" per le promesse mancate del ministro Azzolina.
«Grandi novità in vista per i docenti precari a partire dall'anno scolastico 2020/2021: finalmente prevarrà la meritocrazia», esordiscono così gli insegnanti che ci hanno segnalato il problema. «È quanto il Ministero dell'Istruzione aveva promesso a luglio - specificano - introducendo la nuova procedura per l'aggiornamento delle graduatorie. C'è stato invece un disastro totale, soprattutto per quanti occupano le posizioni più alte di tali "classifiche". La situazione peggiore si è verificata per i precari specializzati sul Sostegno: vale a dire per coloro che negli anni passati hanno affrontato grandi sacrifici per acquisire il prezioso titolo».
Questi docenti, sottolineano i firmatari dell'esposto, «oggi si vedono privati del loro diritto di priorità, a vantaggio dei colleghi senza titolo». Quindi, spiegano che «la prima convocazione per l'assegnazione delle cattedre da parte dell'Ambito Territoriale frusinate (ex Provveditorato) viene fissata il 15 settembre per i primi 50 aspiranti della prima fascia. Le cattedre disponibili sono 24, distribuite ad Alatri, Fiuggi e Anagni; non vi sono cattedre nel Sud della provincia, solo uno "spezzone" di 9 ore a Cassino, neppure a Frosinone o Sora. I 18 aspiranti presenti quel giorno sono in gran parte del Cassinate e del Sorano. E sono costretti a scegliere, pena di finire in fondo alla graduatoria per un anno, tra le sedi disponibili. C'è sconforto, ma si sa i sacrifici vanno fatti. A distanza di 6 giorni lavorativi, l'Atp pubblica una disponibilità di 65 cattedre e 4 spezzoni, distribuite in modo omogeneo su tutta la Provincia. Sono le famose cattedre in deroga, che gli istituti scolastici richiedono a giugno all'Atp. L'Atp chiede l'autorizzazione all'Usr Lazio ad agosto e l'Usr approva».
Ma proprio quest'anno, rilevano i docenti, qualcosa non ha funzionato: «C'è chi dice che ci siano stati ritardi tecnici da parte dell'Usr Lazio, chi invece afferma: "è sempre stato così". Fatto sta che gli aspiranti più alti in graduatoria assistono interdetti alla sfilata dei colleghi presenti nelle posizioni più basse o senza specializzazione, che possono scegliere tra un elenco di sedi più vasto e meglio distribuito in provincia. E interdetti sono anche quei docenti, che in ottemperanza alla Legge 104, si erano presentati alla prima con vocazione affinchè fosse garantita loro l'assunzione, possibilmente in una sede vicina al Comune di residenza».
La conclusione della vicenda è sconfortante.
«Si realizza così l'ennesima ingiustizia, che questa volta si sarebbe potuta evitare se la procedura si fosse svolta per tutti, a distanza di una settimana, dal 15 settembre. Con tutte le disponibilità di cattedre della provincia i docenti, specializzati e non, avrebbero potuto lavorare, garantendo il diritto di priorità in graduatoria. E per una volta la meritocrazia avrebbe trionfato».