«Ad oggi il 95% degli alberghi del territorio regionale è chiuso e non s'intravedono concrete prospettive di ripresa dell'attività».

Partendo da questo presupposto, i presidenti di FederAlberghi-Roma e delle province di Frosinone, Rieti, Latina e Viterbo hanno formalmente richiesto lo stato di crisi con una nota ufficiale diretta all'assessore regionale al turismo Giovanna Pugliese. «L'unica strada percorribile – precisa la più importante associazione di categoria in Italia – per salvare un settore che ha bisogno più di altri di aiuti, sono risorse a fondo perduto, sospensione dei tributi e provvedimenti di salvaguardia specifici».

Esattamente quanto va ripetendo ormai da qualche mese Bruno Della Morte, presidente di FederAlberghi Fiuggi e della provincia di Frosinone. Di questo si è parlato anche al tavolo regionale dei giorni scorsi.
A tutt'oggi, però, di concreto si è visto ben che poco, eccezion fatta per gli ormai famosi 25.000 euro, anche qui tra mille difficoltà burocratiche e atteggiamenti dei vari istituti di credito spesso non coerenti tra loro.
Comunque un prestito che i richiedenti dovranno rimborsare. Quindi nuovo indebitamento per le aziende già in crisi profonda ed ancora costrette al pagamento di tutta una serie di imposte e tasse insostenibili.

La situazione a Fiuggi
Nella città termale un albergo a tre stelle paga mediamente intorno ai 30/40.000 euro l'anno di Imu.
Già era un problema prima, quest'anno poi è diventata una montagna insormontabile per la quasi totalità degli albergatori. Che, ante Coronavirus, stimavano per i tre stelle, che a Fiuggi hanno il 95% dei posti letto, intorno ai 70.000 euro la spesa fissa minima annua per tenere in piedi le loro aziende. Infatti gli scenari prevedono l'impossibilità da parte di molti di loro di adempiere agli obblighi fiscali e tributari.

Con l'inevitabile conseguenza che anche il bilancio del comune di Fiuggi finirà pesantemente sotto stress.
Le notizie che giungono poi in previsione di quello che doveva essere il "Dpcm aprile da 55 miliardi" nel frattempo diventato "maggio" non lasciano molto sperare per il settore alberghiero.
Gli aiuti previsti saranno una goccia nel mare.