Il 22 gennaio ad Alatri torna la domenica ecologica istituita dall'amministrazione comunale nel tentativo di contenere il livello delle polveri sottili dovuto all'inquinamento. Stop quindi al passaggio delle automobili, dalle ore 8 alle ore 18, nella cosiddetta âzona rossaâ che comprende il centro storico e le aree limitrofe, compresa Via Aldo Moro (il Cosciano, ndc).
Si tratta della seconda iniziativa, su 5 programmate in totale, dopo quella svoltasi lâ8 gennaio scorso. Non è la sola misura adottata per controllare le emissioni di Pm10, ma sicuramente è quella che sta avendo lâimpatto maggiormente palpabile, che incide sui movimenti delle persone e sta generando unâampia discussione politica, con molti pronti ad attaccare la validità del provvedimento. La domanda è: chiudere al traffico è utile o inefficace? La divisione sorge perché, secondo alcuni, lâorigine dellâinquinamento è da ricercarsi in altre cause e non nel passaggio delle macchine, per cui gli interventi da applicare sarebbero altri.
Un elemento ulteriore al dibattito lo offrono i dati diffusi dallâArpa Lazio sulla qualità dellâaria respirata ad Alatri. La centralina di Bitta nei primi 16 giorni dellâanno ha registrato già 7 sforamenti (pari al 43,75% dei giorni) rispetto alla soglia fissata per legge: le date in cui il livello di Pm10 ha superato il tetto sono state il 1°, il 2, il 3 e poi lâ8 (giorno della domenica ecologica), il 10, lâ11 e il 12 (il giorno fin qui più inquinato). Lâaltalena delle cifre è indicativa di per sé e, di fronte ad un fenomeno così complesso, occorrerebbe capire quanti e quali fattori agiscano nel modo più forte e netto.
Non è affatto semplice, è chiaro, e il rimedio più immediato, anche per non pagare le sanzioni inflitte dall'Ue, consiste nel bloccare le auto. Lâassessorato allâambiente, comunque, ha già reso nota la stesura di piani più complessi e mirati: nellâattesa, ci si prepara alla seconda domenica ecologica. Con quali esiti, lo vedremo in seguito.