«Ritengo di aver svolto la mia missione con senso del dovere e con l'intenzione di risolvere i problemi della cittadinanza. Per me è stata un'esperienza entusiasmante. Non lo faccio da assessore, ma ci tengo a fare i miei auguri a docenti e alunni per l'inizio dell'anno scolastico». Nel mondo più propriamente politico, la revoca dell'incarico a Galione ha portato a dichiarazioni anche molto forti. Magliocca (Fi): «Non pensavo che il disagio vissuto in maggioranza fosse così grande. Spiace per quel che è accaduto perché Galione è persona seria che, probabilmente, non ha condiviso alcune linee del governo cittadino». Fausto Lisi (“Progetto Alatri”). «Mi spiace dal punto di vista umano, ma dal punto di vista politico la valutazione è differente. La decisione doveva essere presa prima e invito tutti i protagonisti a chiarire i motivi di questa decisione. Se Galione sapeva di cose che non funzionavano in questa maggioranza, avrebbe dovuto rimettere il mandato da tempo». Durissimo Pasquale Caponera (“Programma Alatri”): «Galione ha denunciato oggi quello che noi diciamo da anni. Secondo me, l'ex assessore dovrebbe rivolgersi alla magistratura per denunciare ciò che non va. Il suo è stato un atto forte: per 4 anni e mezzo non si è sottomesso a certi comportamenti, ma per lo stesso tempo è rimasto seduto allo stesso tavolo. Se è stato complice dovrebbe tacere, se è fuori da questi giochi denunci il tutto pubblicamente». Per nulla tenero Felice Rolletta, il primo degli esclusi della lista “Alatri nel cuore”, nelle cui fila Galione è stato eletto, e che ha affidato ai social network il suo pensiero: «Stima e solidarietà all'amico Vincenzo. Io in giunta? Non accetterei neppure se mi ricoprissero d'oro. Non tradirei mai il mio capolista e assessore. Se mi volevano, dovevano chiamarmi quando hanno nominato Daniele Grassi Bertazzi segretario comunale del Pd». Ed è proprio il Pd e il vicesindaco Fabio Di Fabio ad essere finito nel mirino di Galione. Per l'ex assessore c'è stata una strategia ordita proprio da Di Fabio al fine di estrometterlo. Il Pd si è comunque trincerato, per il momento, dietro il silenzio. Il segretario Bertazzi non ha rilasciato dichiarazioni, idem Di Fabio. L'unico a parlare è il capogruppo Tonino Scaccia, lapidario: «Le dichiarazioni di Galione sono ridicole».