Alatri
18.09.2025 - 09:00
L'ex assessore Galione
È terminata con un’assoluzione perché il fatto non sussiste, la querelle politica che per anni ha diviso due ex assessori del centro-sinistra, Vincenzo Galione e Roberto Gizzi. Il primo era stato querelato dal secondo dopo un post pubblicato sui social network nel febbraio del 2021: un lungo scritto in cui Galione rimproverava Gizzi per alcune manchevolezze in ambito politico, inerenti soprattutto i lavori del palazzo comunale e del parcheggio di Porta San Francesco.
Una disamina severa, a tratti dura, un post che Gizzi, già assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, non gradì affatto, arrivando a querelare Galione. La questione si è trascinata per ben quattro anni con la querela che è andata direttamente a giudizio.
Gizzi si riteneva leso nella sua immagine e nella sua persona, oltre al fatto che quel post avrebbe danneggiato la sua campagna elettorale.
L’ex assessore, infatti, si candidò a sindaco partecipando alla “corsa” dell’autunno del 2021 con il sostegno del Psi e delle liste “Obiettivo civico per Alatri” e “Alternativa ciociara”, mentre Galione era schierato al fianco della coalizione che appoggiava Enrico Pavia. Gizzi, per la cronaca, arrivò quarto nella competizione, raccogliendo 902 preferenze e il 5,7% dei voti, rimanendo quindi fuori dal ballotaggio.
La querelle giudiziaria, nel frattempo, ha proseguito il suo iter, con la sentenza che è stata pronunciata nei giorni scorsi: l’avvocato Vincenzo Galione è stato assolto dall’accusa di aver diffamato l’ex collega.
E, in più, è stato ribadito il diritto alla critica politica, fattispecie nella quale rientrava il lungo post prodotto da Galione su facebook.
Quest’ultimo si è detto sempre sereno e ha inteso smorzare i toni dell’intera vicenda che, a suo tempo, assurse agli onori delle cronache, generando anche vivaci reazioni. «Mi fa piacere che sia stato riconosciuto il diritto alla critica politica, poiché il mio intervento mirava soltanto a questo: ho contestato Gizzi su alcuni aspetti politici che volevo mettere in evidenza. Tutto qui. La cosa finisce qui» ha detto Galione. L’imputato era difeso dall’avvocato Ernico Pavia, mentre Gizzi si era rivolto all’avvocato Francesca Gatta.
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