Il Comune di Guarcino pagava le consulenze senza riscontri sulla regolarità delle prestazioni. È l’accusa costata il rinvio giudizio a sette tecnici, professionisti e amministratori, tra cui l’ex sindaco Giuseppe Di Vico, 60 anni, attuale consigliere di minoranza. Il gup del tribunale di Frosinone Stefano Troiani ha accolto la richiesta del pm Monica Montemerani e ha disposto l’apertura di un processo, per abuso d’ufficio, a carico dell’ex primo cittadino e di Mario Luigi Mizzoni, 56 anni di Guarcino; Giuditta Silvia Liantonio, 46 di Tivoli; Sandra Pece, 63 di Frosinone, Giovanni Zomparelli, 56, di Alatri, Roberto Celenza, 71, di Ceccano e Luigi Marchignoli, 55, di Alatri, difesi dagli avvocati Marco Cianfrocca, Claudio Giacomini, Domenico Marzi, Roberto Filardi, Maria Felicita Celenza ed Emanuele Incitti.

Il procuratore Giuseppe De Falco ha contestato l’omesso riscontro sulla regolarità delle prestazioni e sulla rispondenza ai requisiti di otto mandati di pagamento del Comune tra il 2009 e il 2011. Per quattro si contestano causali generiche «così da non permettere una chiara situazione sui pagamenti».

Per due atti del 2010 e del 2011, riferiti a spese per più procedimenti, l’accusa ritiene che si siano voluti eludere i controlli. Stessa cosa per la mancata indicazione della delibera di assegnazione dell’incarico. Ciò avrebbe procurato all’avvocato Marchignoli - stando all’accusa - un «ingiusto profitto patrimoniale, anche in ragione del fatto che il professionista a fronte di mandati di pagamento emessi per complessivi 201.216,52 euro risulta aver emesso fatture (determinate sulla base dei documenti esibiti dall’ente in fase si acquisizione documentali) per complessivi 95.517,24 euro».

La procura contesta il mancato controllo di legittimità sulle spese nonché l’assenza di parere di regolarità contabile da parte dei segretari comunali Liantonio e Pece. All’allora sindaco è contestato il non aver tenuto sotto controllo la spesa per gli incarichi oltre al mancato controllo. Ai revisori contabili Zomparelli e Celenza è imputata la mancata vigilanza sulle procedure di spesa sui mandati. Stesse accuse per ulteriori 13.300 euro corrisposti sempre all’avvocato Marchignoli tra il 2009 e il 2012.

Al legale è contestata l’appropriazione indebita di 12.800 euro somme delle quali aveva il possesso in virtù di sentenze in procedimenti dell’ente. Gli imputati che respingono le accuse saranno giudicati a partire da novembre. Il Comune non si è costituito parte civile.