Il Supercinema di Ceprano ha chiuso. Lo storico gestore Riccardo Amato è andato in pensione e con lui la sala cepranese. Almeno per ora. Non è escluso, infatti, che qualcuno possa essere interessato all'attività. Sono in corso alcuni contatti, ma di fatto ad oggi nessun accordo è stato siglato ed il cinema di via Campidoglio resta chiuso. Con Riccardo Amato abbiamo ricostruito la storia del cinema di Ceprano e da lui ci siamo fatti spiegare le evoluzioni del settore. Nella chiacchierata ci ha spiegato i dettagli della sua esperienza durata ben 49 anni, periodo in cui ha conosciuto tante persone, fatto cultura, spettacolo e contribuito alla crescita dell'intero comprensorio.

Quando è stato realizzato il Supercinema e quando è iniziata la sua attività?
«La sala cinema-teatro di via Campidoglio è stata realizzata nel 1949 dai Fratelli Magni. Inizialmente è stata gestita dagli stessi proprietari, poi ha cambiato diverse gestioni. Negli anni 1957-1958 ho lavorato qui da dipendente, poi mi sono dedicato ad altro e nel 1968 sono subentrato in qualità di gestore fino al 2017».

Mezzo secolo. Come è cambiato il pubblico in tutto questo tempo?
«Inizialmente tutti andavano al cinema. Ultimamente invece le categorie si erano ridotte a due: bambini e adulti, praticamente negli anni a Ceprano si è persa come utenza la fascia dei giovani. Da sempre il Supercinema è stato frequentato da persone del luogo e clienti provenienti dai paesi limitrofi, direi dall'area a sud di Ceprano fino a Pontecorvo, Esperia e Cervaro».

Cosa si vedeva prima e cosa oggi?
«Prima l'utenza seguiva tutti i generi di film, negli ultimi tempi l'interesse si era concentrato su due tipologie: le commedie italiane e i film per ragazzi. Un tempo si lavorava tutti i giorni, ultimamente solo nei fine settimana».

Il Supercinema era dotato di palco ed arena, dunque promuoveva la visione non solo di film, esatto?
«Un tempo accoglievo compagnie teatrali, era economicamente fattibile, la struttura, dotata di palcoscenico, era il fulcro della vita culturale e ricreativa del paese. Oltre ai film c'erano spettacoli teatrali e di varietà, con la partecipazione di attori noti in campo nazionale. Praticamente il Supercinema, dotato di annessa arena estiva, fino agli anni '80 ha alternato attività cinematografica e teatrale, sia al chiuso che all'aperto. Poi le compagnie teatrali sono diventate inavvicinabili sul piano economico, il palcoscenico non poteva essere utilizzato per motivi di sicurezza e per le nuove norme subentrate l'attività è stata ridotta esclusivamente alle proiezioni cinematografiche».

La chiusura del Supercinema ha sollevato molte riflessioni e soprattutto commenti positivi per il suo operato e la sua persona, cosa ne pensa?
«Ho sempre lavorato con serietà e onestà, cercando di dare un contributo positivo alla crescita socio-culturale del territorio. Spero di esserci riuscito. I commenti riservatimi mi fanno comprendere di aver lasciato un buon ricordo, che è quello che desideravo».

Quale pellicola ha segnato l'avvio delle proiezioni e con quale film ha chiuso la sua attività?
«Ricordo ancora benissimo la prima pellicola proiettata, si tratta di "Straziami ma di baci saziami", commedia italo-francese di Dino Risi in cui recitavano Nino Manfredi, Ugo Tognazzi ed altri attori noti di quel periodo. Ho concluso con "Pirati dei Caraibi 5 – La vendetta di Salazar. I due titoli la dicono lunga su come si è trasformato il pubblico del cinema e come si è modificata la comunicazione».

Ceprano per ora perde un patrimonio culturale ed economico non indifferente, la speranza è che qualcuno voglia raccogliere un'eredità così importante. Auspicando che il Supercinema non resti abbandonato, ma che riapra, Ceprano ringrazia Riccardo Amato per il prezioso contributo reso in termini culturali, economici ed educativi al territorio.