Un'arte, la sua. Uomo di personalità che interpreta mille personaggi, restando sempre se stesso. E regalando sorrisi e divertimento. Solo Gaetano Franzese, 43 anni, dipendente dell'Università di Cassino, è capace di disegnare, ogni volta, uno spazio in cui non esistono problemi, ansie e criticità, solo il gusto di stare insieme. Da anni interpreta molti personaggi maschili e femminili (mimica e danza) nelle più note discoteche d'Italia, ma anche in eventi pubblici e privati. Figurante speciale per la stagione tv 1994 di RaiUno: Numero Uno (Pippo Baudo), Domenica In (Mara Venier), Sognando-Sognando (Mino Damato). Nel 2004 approda pure a Carramba. Ha partecipato a vari cortometraggi, collaborato con diversi registi teatrali, condotto trasmissioni radiofoniche e – udite udite – per cinque anni è stata la drag queen, Nina Butterfly. Un mondo intero in una sola... persona.

«Da piccolo volevo diventare... attore, ballerino, circense. Non ho mai perso un solo circo. Sognavo di scappare con loro!».

Un aggettivo che descrive la tua persona e uno che non metteresti mai accanto al tuo nome?
«Ottimista, intuitivo, empatico, generoso, lungimirante. Non vorrei mai essere considerato asociale o diffidente».

Come descriveresti il tuo secondo lavoro?
«Il primo lavoro, presso un ente pubblico, è molto serio, quindi a maggior ragione fuori dall'ufficio mi piace divertirmi e far divertire. Fare animazione non è un gioco, come alcuni pensano. Per me è impegnativo e talvolta stancante. Devo scrivere i pezzi che interpreto, anche se poi improvviso molto, stravolgendoli. Inoltre la trasformazione, in diversi personaggi, nello stesso spettacolo, con tempi velocissimi, è snervante. Il risultato finale però poi mi ripaga di ogni sforzo!».

Cabaret e trasformismo: esattamente?
«Unisco entrambe le cose. Ho fatto anche solo spettacoli di trasformismo, presentando dieci personaggi diversi in soli dieci minuti. Sono cambi velocissimi. Ho preso spunto in questo caso da Arturo Brachetti, trasformista noto in tutto il mondo. Di solito però nelle mie serate in ristoranti, pub o feste private presento massimo quattro personaggi. Quando mi esibisco nelle discoteche, oltre a ballare faccio uso della mimica, avendo anni di teatro alle spalle. Enfatizzo così le caratteristiche del personaggio che a volte è divertente, ma può essere anche horror. Negli show nei locali, invece, presento dei veri e propri format, di solito accompagnato da muscisti e cantanti. Tra i format più richiesti: anni '70, cena con delitto, serata napoletana».

Qual è il personaggio che ti riesce meglio e quello che ami di più?
«Per alcuni anni ho fatto la drag queen, indossando quindi abiti femminili, poi non ce l'ho fatta più. Ancora oggi però il mio personaggio più riuscito è la cafona, cicciona, napoletana (la vaiassa)».

Quello che ti rispecchia di più?
«In verità nessuno mi rispecchia totalmente. C'è un po' di me in ognuno dei miei cento personaggi».

La gente è sempre entusiasta dei tuoi spettacoli. E tu? Sei un critico esigente con te stesso o è più importante il benessere degli altri?
«Di rado sono soddisfato alla fine di una mia esibizione. Penso sempre che avrei potuto fare meglio. Se anche ricevo molti complimenti, resto comunque convinto che in alcuni momenti avrei dovuto essere più veloce o meno ripetitivo. Un vero artista non dovrebbe mai essere pienamente soddisfatto. È anche una strategia per migliorare sempre di più».

A chi ti ispiri?
«Ripeto, nel trasformismo ad Arturo Brachetti e ad Ennio Marchetto. Nel cabaret alla scuola di Proietti. Ma il vero segreto è qui: trasformarmi in diversi personaggi mi permette di approfondire le varie sfaccettature dell'animo umano: modi di fare, tic, intercalari».

Sterminato l'elenco dei luoghi dove ha lavorato. Sterminato l'elenco di fan. Gaetano Franzese è lui stesso un personaggio!