Parco sei e parco ritornerai. La storia dell'area dell'attuale stadio "Comunale" è compiuta. Al termine di un percorso durato circa tre lustri, mercoledì scorso è iniziato l'ultimo giro: Frosinone avrà un parco urbano al posto del "Matusa" e il progetto esecutivo è in fase di redazione. Al progetto lavora il Comune con la propria struttura e l'Accademia di Belle Arti. Il prodotto finale sarà la sintesi tra i 18 elaborati che gli studenti hanno presentato in un concorso di idee chiusosi nelle scorse settimane.

Sulle carte topografiche la zona si chiama Pareti. Fino agli anni Trenta era una landa desolata, periferia di una città che si era sviluppata solamente sul colle. Qualche stradello qua e là a servizio dei mulini sul fiume Cosa e la via Marittima che lambiva la zona. Con lo sviluppo dei movimenti sportivi, l'amministrazione comunale decise di costruire in quella zona un campo polivalente per varie discipline, e da allora, l'impianto sorto a Pareti, è la casa della principale squadra di calcio di Frosinone.

Le fortune sportive del club fecero nascere, già negli Settanta, l'esigenza di una delocalizzazione del campo di calcio tanto che venne avviato l'iter del Casaleno, ma il vero impulso ci fu agli inizi del 2000 con il ritorno in C1 e lo storico primo approdo in B. Il "Comunale", per quanto affascinante, era troppo stretto e il Comune pensò ad un project financing che legava i destini del Matusa e del Casaleno. Si scatenò un dibattito furibondo tra i favorevoli e i contrari al nuovo cemento nella zona.

Nel 2005, la cittadinanza venne chiamata a pronunciarsi con un referendum di tipo consultivo che si svolse il 9 e il 10 gennaio e che vide 8.138 cittadini recarsi alle urne. Di questi, un plebiscito, 7.596, si espressero per il "Sì", mentre 489 barrarono il "No". Il resto furono schede bianche o nulle. A casa, però, rimasero 32.402 aventi diritto al voto. Il 79,92% che rese, di fatto, il referendum un grande esercizio di democrazia che non portò a nulla, poiché con il solo 20,07% la consultazione referendaria non ebbe alcuna influenza sulla volontà dell'amministrazione di centrosinistra che, all'epoca, stava portando avanti un project financing che prevedeva, nell'area del "Comunale", la realizzazione di 115.000 metri cubi di cemento armato di nuove costruzioni, con 450 appartamenti circa, un insediamento abitativo per 1.200 persone, qualche alberatura tra i palazzi, qualche posto auto e 1.300 metri quadrati riservati alla comunità.

Dal 2012, con l'avvento della nuova amministrazione targata Nicola Ottaviani, il quadro è mutato. Il project financing voluto dalle giunte di centrosinistra con la cementificazione dell'area è andato in pensione, lasciando spazio al progetto di un parco urbano di un ettaro con piste ciclabili, verde attrezzato, camminamento pedonali, parco giochi per bambini e un'arena per pubblici spettacoli riconvertendo l'attuale tribuna. Un parco che aiuterà a migliorare gli standard di vita e la qualità dell'aria sempre più avvelenata.