Pastena maestra di accoglienza e di fratellanza ospita i 40 profughi “sfrattati” da Cassino. Nella città di San Benedetto, lo ricordiamo, erano giunti da Frosinone, senza però riuscire a trovare collocazione. Da via Arigni, infatti, ex sede della polizia stradale, erano stati spostati in via Ausonia, ma era scattato l’allarme.

Poi la provvidenziale disponibilità del sindaco di Pastena Arturo Gnesi che sabato scorso, nel tardo pomeriggio, li ha accolti nella sala conferenze del museo di speleologia delle grotte. La generosità e la disponibilità di Gnesi hanno messo fine all’odissea dei 40 profughi.

Il prefetto Emilia Zarrilli nel tardo pomeriggio di sabato ha telefonato al sindaco Gnesi ringraziandolo per la disponibilità e soprattutto per aver messo la parola fine a una questione difficile e delicata.

«Siamo convinti di aver fatto solo il nostro dovere rispondendo al sentimento laico dell’accoglienza e della solidarietà e al principio cristiano della fratellanza che non conosce barriere etniche, né religiose» ha commentato a caldo il sindaco Gnesi che sabato sera era nella sala del museo ad accogliere i profughi, disponibile ad un abbraccio fraterno, orgoglioso di aver spalancato le porte del suo paese a 40 uomini e donne disorientati, smarriti e preoccupati.

Ad occuparsi di loro sarà l’associazione “Integra”la cui presidente Klodiana Çuka sabato alle 22 era a Pastena per concordare con Gnesi le modalità di intervento e comunicargli i dettagli relativi all'accoglienza e cioè destinazione abitativa, pasti, pulizia personale e soddisfazione dei bisogni. La dottoressa Çuka si è detta pronta a mettere in campo ogni suo strumento professionale ed umano e ora è alla ricerca di una sistemazione abitativa adeguata: sta valutando due opportunità.

Nel frattempo i profughi sono ospiti della struttura comunale, al vitto ed al vestiario sta provvedendo l'associazione.
«In paese si palesano gesti di ostilità da una parte e solidarietà dall’altra - afferma il sindaco Gnesi - ma non ci sono problemi di ordine pubblico. Ritengo che la cosa più grande che un uomo possa fare sia dare aiuto a chi ha bisogno e anche le istituzioni pubbliche non possono sottrarsi a questo codice etico».

L'impegno è serio, ma associazione e Comune stanno collaborando sinergicamente. Ricordiamo che Integra vanta una significativa esperienza nel settore, infatti, nata a Lecce nel 2003 dall’impegno della sua presidente e dal coinvolgimento di un gruppo di persone di etnie differenti, si è sempre impegnata per garantire un’effettiva integrazione tra i popoli. Non a caso Integra Onlus è guidata dal motto “Unire senza fondere, distinguere senza dividere, rimanendo uniti nella diversità” ed in questo caso il motto è stato più che mai incisivo, come pure è stata determinante la volontà del sindaco Gnesi.