Alle prime luci dell’alba di oggi, a Sora, con l’operazione “Febbre da cavallo” (così denominata per la passione degli indagati per le corse di cavalli e scommesse), quaranta militari della locale Compagnia Carabinieri sono stati impegnati nell’esecuzione di 5 ordinanze per l’applicazione di misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati (3 uomini e 2 donne) per reati inerenti la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti di diverso genere (crack, hashish, marijuana, cocaina ed eroina).

Nell’ambito della complessa attività investigativa, condotta da personale dell’Aliquota Operativa della Compagnia, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, Dott. Roberto Bulgarini Nomi, è emerso che il sodalizio criminale svolgeva una ben organizzata attività di spaccio, suddivisa per settore merceologico e per area di vendita al dettaglio, monopolizzando di fatto l’illecito mercato anche con prezzi “concorrenziali”, tanto da diventare un punto di riferimento per gli assuntori nel sorano e nei centri limitrofi.

L’indagine trae origine da un grave episodio, avvenuto nello scorso mese di febbraio durante i festeggiamenti legati al Carnevale. che destò particolare clamore nel centro volsco: incuranti della presenza di numerosissimi bambini accompagnati dai loro genitori, alcuni giovani, sulla pubblica piazza, diedero luogo ad un violento pestaggio (mai denunciato) nei confronti di un 25enne del posto. La vittima, successivamente individuata, temendo ulteriori ritorsioni, non ha mai collaborato con gli investigatori, i quali, tuttavia, sono riusciti a raccogliere gli indizi di colpevolezza nei confronti di alcuni degli aggressori nonché le motivazioni dell’azione violenta, risultata riconducibile ad un debito insoluto per l’acquisto di stupefacente per uso personale. 

L’attività degli operanti quindi, condotta con le tradizionali tecniche investigative (quali appostamenti, pedinamenti e riprese video), unite alle più moderne tecnologie, è stata estremamente difficoltosa per le particolati tecniche utilizzate dagli indagati al fine di eludere i dispositivi delle Forze di Polizia consistenti nel controllo dell’area di spaccio con conseguente segnalazione di controlli di Polizia, all’impiego di minorenni (circa 17 anni) nella detenzione e nella vendita al dettaglio, alla diversificazione dei canali di approvvigionamento (area abruzzese e della capitale), alle più disparate tecniche di occultamento e di trasporto (utilizzo autobus pubblici), giungendo all’utilizzo di un linguaggio criptico per depistare eventuali intercettazioni degli investigatori. Non sono mancati, inoltre, appuntamenti con i clienti cambiati in continuazione o all’ultimo istante per verificare eventuali pedinamenti.

Da notare anche la particolarità dei luoghi scelti per lo spaccio come abitazioni poste all’estremità del centro storico con accorgimenti difensivi dotate di inferriate volte a ritardare o impedire l’accesso ed eventuali controlli, nonché videocamere puntate sulle strade adiacenti trasformate in veri e propri fortini da dove era facile osservare le vie d’ingresso nonché la presenza di eventuali estranei. Le tattiche criminali sono state, però, insufficienti in quanto i Carabinieri sono riusciti in più occasioni ad individuare i nascondigli dello stupefacente ed i numerosi clienti, con conseguente sequestro amministrativo e/o penale della sostanza, arrestando durante l’attività 8 persone, deferendone in stato di libertà 12 (di cui due minori ed un cittadino albanese proveniente dalla Capitale con una partita di cocaina) e segnalandone altre 13 (di cui un minore) come assuntori.

Inoltre, in più occasioni, veniva sequestrato denaro contante, come provento dell’attività illecita, per una somma complessiva di circa 10.000 euro nonché quantitativi di droga di varia tipologia consistente in 25 grammi di crack, 19 grammi di cocaina, 156 grammi di hashish e 194 grammi di marijuana. L’Autorità Giudiziaria, concordando con le risultanze investigative, ha disposto la misura coercitiva degli arresti domiciliari nei confronti di due giovani entrambi incensurati, nonché la custodia cautelare in carcere nei confronti di altri tre giovani (un uomo e due donne), tutti pregiudicati per analoghi reati. Gli arrestati venivano associati presso la Casa Circondariale di Cassino e Roma Rebibbia.