Una landa desolata, desertica, dove ancora si avverte l'odore acre della cenere e del bruciato. Monte Lungo, due settimane dopo il furioso incendio che ha distrutto ettari di bosco, si presenta così agli occhi del visitatore. Siamo saliti fin qui sopra per vedere cosa è rimasto di quello che, fino al 16 agosto, era un “polmone” naturale per l'intero territorio. Le fiamme furono domate dopo 36 ore di dura e complessa “battaglia” e soltanto un provvidenziale acquazzone eliminò le ultime resistenze del fuoco. Intervennero quattro squadre della Protezione civile, i Vigili del fuoco, la Guardia forestale: decine e decine di uomini per vincere tutti i focolai appiccati da mani senza rispetto.

E poi, una volta concluse le operazioni, è partita la conta dei danni. Solo in mezzi e personale, l'incendio è costato mezzo milione di euro. Soldi ai quali vanno aggiunti i danni derivanti da quella che si può definire una vera e propria catastrofe ambientale. Gli ettari ridotti in fumo ammontano ad oltre cento, il fianco di un'intera collina è stato completamente divorato e, quel che è peggio, è la stima, obbligatoriamente per difetto, di quante piante e alberi siano spariti per colpa del fuoco: si parla di diverse migliaia, data l'estensione delle “praterie nere”. Il panorama è spettrale e in alcuni punti non se ne nota neppure la fine. Ci inerpichiamo ancora: rami bruciati e tronchi carbonizzati ovunque, basta un calcio per mandarli in frantumi. E far tornare la puzza di bruciato.

Non c'è vita: non si vedono animali, neanche le mosche che in questa zona pure abbondano. Un disastro totale. Scendiamo dalla collina e lambiamo la strada provinciale per Fumone: le fiamme hanno colpito anche qui, implacabili. Non ci sono stati danni alle persone alle case, ma l'immagine della strada avvolta dal fumo, a centinaia di metri dal cuore di Monte Lungo, rende bene l'idea della dimensione di questo incendio. Ora che tutto è spento, ci si chiede quanto tempo ci vorrà per ripristinare la macchia di vegetazione. E quanto denaro occorre. Una risposta per due domande: molto. Ma ricreare quel “polmone” di cui sopra vorrebbe dire non lasciarsi sconfiggere dai piromani. Il bosco di Monte Lungo e dintorni, meta anche di tanti amanti del verde, merita di rinascere