Un polmone verde per far respirare Frosinone

Un grande parco urbano. Un polmone verde nel cuore della parte bassa della città al posto dell’attuale stadio “Comunale”. Un’idea che diventerà realtà, una volta che la casa del Frosinone si sarà spostata al futuro “Benito Stirpe” che è in fase di completamento. Allo scopo l’amministrazione Ottaviani ha già accantonato una cifra che si aggira intorno ai 500.000 euro (derivanti in buona parte dagli oneri concessori delle nuove realizzazioni urbanistiche, sbloccate nel corso degli ultimi due anni, con 270.198,04 euro, recuperati attraverso l’escussione di due distinte polizze fideiussorie) e che servirà all’allestimento del parco con annessi camminamenti, pista ciclabile, area giochi e un’arena per spettacoli e manifestazioni pubbliche, riutilizzando e riconvertendo l’attuale struttura in cemento armato della tribuna centrale del “Comunale”, la cui costruzione risale agli anni Cinquanta. Un progetto quasi rivoluzionario se si pensa al recente passato di Frosinone e sicuramente in netta controtendenza rispetto a un precedente project financing, in voga fino al 2012, che contemplava un’idea di riqualificazione della zona con palazzoni di cemento armato.

Nel cammino che si concluderà con la realizzazione del parco, il Comune di Frosinone ha deciso di farsi accompagnare e aiutare dall’Accademia di Belle Arti. Per questo, l’amministrazione comunale  ha indetto, nelle scorse settimane, un concorso di idee, riservato agli studenti ed ai docenti della storica istituzione di palazzo Tiravanti, che hanno potuto proporre ipotesi progettuali, concettuali e filosofiche relative alla realizzazione del  grande parco urbano dove attualmente sorge lo stadio di calcio, con un’area verde, di circa un ettaro di estensione.

 L’iniziativa ha riscosso un notevole successo tra gli studenti, che hanno partecipato numerosi e a piccoli gruppi, tanto che sono state presentate una quindicina di bozze di progetto, presentate in un workshop alla presenza dell’assessore Rossella Testa. Nella predisposizione delle stesse, inoltre, i ragazzi hanno tenuto conto delle risposte fornite dai cittadini di Frosinone in un apposito questionario: gli abitanti del capoluogo hanno espresso, tra l’altro, la necessità di rivalutare il campo da gioco (80% degli intervistati), di avere un parco urbano con molto verde pubblico, e che lo stesso resti sempre aperto. Molto interessanti i lavori con i quali gli allievi dell’Accademia hanno dato prova di grande competenza e fantasia, ispirandosi anche a parchi e giardini di grandi città europee ed americane, tra cui Saragozza, Copenaghen, San Gallo e Chicago. Soddisfatto il direttore dell’Accademia, Luigi Fiorletta, che ha evidenziato il grande interesse mostrato dagli studenti per il progetto di riqualificazione urbana della città, segno dell’importanza della collaborazione tra istituzioni, che può certamente rivelarsi proficua. «I progetti presentati - ha dichiarato il direttore Luigi Fiorletta - sono tutti validissimi, con elementi innovativi e strutture all’avanguardia che, una volta realizzate, permetteranno al futuro parco urbano, e all’intera città di Frosinone, di essere presa a modello anche da altre realtà nazionali e internazionali. L’Accademia di Belle Arti con il suo patrimonio di competenze e di talento di studenti e docenti è a disposizione della città, del territorio per percorsi comuni di collaborazione finalizzati al miglioramento del decoro urbano e degli ambienti quotidiani di vita.

Siamo contenti del fatto che il Comune abbia voluto coinvolgerci in questa avventura, perché riteniamo che dall’incrocio di esperienze e di istanze si possano ottenere i risultati migliori per la comunità». Ai tre migliori progetti saranno assegnati premi di 600, 500, e 400 euro.

L’ipotesi tramontata

Il project sull’area del “Comunale”, portata avanti dal centrosinistra cittadino che ha governato la città fino al 2012, prevedeva 115 mila metri cubi di cemento armato di edifici (circa 450 appartamenti), di cui 8 mila riservati al commercio, un’altra porzione all’edilizia residenziale e  una piccola parte al Comune. E poi parcheggi, una piazza e qualche alberatura tra le costruzioni che sarebbero state realizzate.

Un’oasi di verde come “Central Park”

La realizzazione del parco urbano nell’attuale area dello stadio “Comunale” era uno dei dieci punti qualificanti del programma elettorale del sindaco Nicola Ottaviani. Uno spazio con piste ciclabili, camminamenti pedonali, aree gioco e un anfiteatro, riconvertendo l’attuale tribuna centrale in cemento per pubbliche rappresentazioni. Una promessa che, a breve, potrebbe diventare realtà, considerato il fatto che sono già disponibili 500.000 euro. Una scelta condivisa anche dai frusinati sulla scorta delle risposte al questionario somministrato alla cittadinanza dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti Giulia Cavallaro, Daniela D’Arduini, Matteo Paniccia e Giada Patrizi nell’ambito del concorso di idee per la realizzazione del parco. Quattro domande per testare i desiderata della popolazione e per avere anche dei suggerimenti da tradurre nelle elaborazioni progettuali. L’80,3% degli intervistati, che ha risposto in forma anonima, ad esempio, ritiene che l’attuale campo da gioco debba essere completamente rivalutato, mentre il 19,7% vuole che rimanga intatto. Sulla rosa dei servizi da inserire nel futuro parco urbano i frusinati chiedono: giochi per bambini ed adulti, verde pubblico, un chiosco per ristoro, giochi d’acqua, una zona relax, una piazza per rappresentazioni teatrali, cinematografiche e per concerti, parcheggi e un orto urbano. Per l’80% degli intervistati, poi, il parco deve essere aperto sempre con una predominanza di verde pubblico rispetto alle aree di uso pubblico. Tra le altre richieste c’è chi anela anche una pista per footing e nordic walking e una mini area adibita a skatepark.

«La parte esterna del manto erboso potrebbe essere arricchita con alberi e panchine, mentre al centro si potrebbe sviluppare una bellissima zona giochi che richiami qualche tema particolare (ad esempio la città di Valencia, in Spagna, è attraversata da un parco giochi che visto dall'alto rappresenta Gulliver!!!). Oltre la cinta di alberi si potrebbe realizzare un percorso ciclabile/pedonale (visto che le biciclette all'interno di altre zone verdi della nostra città sono bandite!). Il parco dovrebbe essere chiuso, e preferibilmente sorvegliato, visto il tasso di atti vandalici a scapito dei beni pubblici» ha suggerito una cittadina, mentre  un altro propone «un parco stile Berlino, con un percorso pedonale/ciclabile, panchine lungo il percorso, giochi per bambini, spazi per adulti, alberi, chiosco (in legno) un laghetto artificiale e tanto altro... Trasformerei il Matusa in un vero e proprio parco dove poter trascorrere qualche ora con serenità. (Per quanto riguarda la tribuna centrale coperta, prenderei in considerazione l'idea di trasformarla in un teatro/cinema). Mi auguro che non vengano costruiti altri palazzi». Per restare più vicini, un cittadino suggerisce di rifarsi al parco di Bologna «fruibile a qualsiasi orario, e con ingresso al pubblico con dentro chioschi, laghetti, attività per la lettura e per bambini». In tanti chiedono, poi, di poter avere uno spazio per poter portare liberamente gli amici a quattro zampe, ma sotto questo aspetto è già prevista un’area attrezzata di due ettari  riservata agli animali tra l’ospedale e il tribunale. E, poi, le istanze di chi vuole uno spazio per le glorie del calcio giallazzurro, un’integrazione col futuro del parco del fiume Cosa e altro. Una sorta di «“Central Park, anche se le dimensioni sono notevolmente minori». Ma in questo caso, forse, il sogno supera la realtà e le possibilità.

Rigenerare vuol dire rivivere

La filosofia sottesa alla ricerca compiuta dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, sulla scorta delle linee guida indicate dall’amministrazione Ottaviani, si inserisce in quel solco che vede il parco urbano come la conquista degli ultimi decenni di una sua nuova centralità in una impostazione di rigenerazione e di trasformazione urbana delle città.Il panorama di progetti ed esperienze relativo a questa poliedrica tipologia di spazio aperto è tanto variegato per approcci culturali, poetiche, metodologie operative, criteri compositivi ed esiti spaziali, quanto unificato per finalità progettuali ed intenti che ne sostanziano l'inserimento nella dimensione urbana e paesaggistica. Risanare, connettere, riqualificare, valorizzare: sono questi gli obiettivi di qualità, imperativi etici, che tornano a scandire la filosofia progettuale di tanti interventi di trasformazione urbana e paesaggistica, riconosciuti ed apprezzati per le loro caratteristiche estetiche. Di volta in volta, le azioni di risanare, connettere, riqualificare, valorizzare, esprimibili attraverso l'esercizio di differenti atteggiamenti progettuali, vengono indirizzate per modificare il carattere di brani di natura (offesa, corrotta, manipolata, abbandonata, riconquistata) e/o di brani di città (compatta, diffusa, frammentata, confusa) fornendo un’articolata gamma di  declinazioni dello stesso tema. Negli ultimi venti anni, il parco pubblico urbano pare quindi essersi evoluto quasi darwinianamente, e, adattandosi ai nuovi bisogni urbani ed alle mutate istanze sociali e culturali, si è unito ad altre tipologie spaziali per dare origine a specie ibride per contemperare le esigenze di riqualificazione e di miglioramento degli standard di vita in relazione al contesto urbanistico in cui si va ad inserire.  Una sfida quella del parco del Matusa che, se vinta, potrà essere citata come esempio virtuoso di processo di rigenerazione urbana.

Sul parco hanno detto già detto “Sì” in un referendum 

“È favorevole a far diventare lo Stadio Comunale Matusa un grande parco verde pubblico?” Correva l’anno 2005. La cittadinanza frusinate, per iniziativa di alcuni consiglieri comunali e comitati, venne chiamata a pronunciarsi sul futuro dell’area del’attuale stadio “Comunale”. Un referendum di tipo consultivo che si svolse il 9 e il 10 gennaio 2005 e che vide 8.138 cittadini (3.954 maschi e 4.184 femmine) recarsi alle urne. Di questi, un plebiscito, 7.596, si espressero per il “Sì”, mentre 489 barrarono il “No” sulla scheda. Il resto furono schede bianche o nulle. A casa, però, rimasero 32.402 aventi diritto al voto. Il 79,92% che rese, di fatto, il referendum un grande esercizio di democrazia che non portò a nulla, poiché con il solo 20,07% la consultazione referendaria non ebbe alcuna influenza sulla volontà dell’amministrazione di centrosinistra che, all’epoca, stava portando avanti un project financing che prevedeva, nell’area dello stadio “Comunale”, la realizzazione di 115.000 metri cubi di cemento armato di nuove costruzioni, con 450 appartamenti circa, un insediamento abitativo per 1.200 persone, qualche alberatura tra i palazzi, qualche posto auto e 1.300 metri quadrati riservati alla comunità.

Dal 2012, con l’avvento della nuova amministrazione targata Nicola Ottaviani, il quadro è mutato. Con l’accordo siglato il 26 aprile 2014, nella sede comunale, è stato sbloccato il project finanzino relativo alla riqualificazione del quartiere su cui insiste lo stadio Comunale, ed alla costruzione del nuovo stadio in zona Casaleno. Il Sindaco, Nicola Ottaviani, e i rappresentanti del proponente, dopo circa un anno di lavoro e di confronto, hanno raggiunto l’intesa di sdoppiare il vecchio project “Matusa-Casaleno”, rimasto fermo per circa dodici anni, a causa della revoca del finanziamento regionale, di circa 10 milioni dieuro, e della relativa compromissione del piano di equilibrio economico- finanziario. Dopo l’intesa raggiunta con l’imprenditore, il Comune di Frosinone è tornato nella disponibilità completa dello stadio “Casaleno”, che sarà affidato alla gestione dei privati; uno stadio rimasto per anni bloccato all’interno della procedura del vecchio project, nel quale si prevedeva una struttura addirittura da 20.000 posti a sedere. Fino ad allora, i due progetti erano rimasti fermi a causa della connessione e della dipendenza finanziaria della ristrutturazione dello stadio “Casaleno” rispetto all’edificazione di numerose unità abitative sull’area dell’attuale stadio “Matusa” e, dunque, il quadro economico e finanziario e le difficoltà amministrative dell’uno si erano riverberati negativamente anche sulla fattibilità dell’altro.

Dopo la svolta Frosinone avrà un grande parco urbano. Un polmone verde nel cuore della parte bassa della città. Un’idea che diventerà realtà, una volta che la casa del Frosinone si sarà spostata al futuro “Benito Stirpe”che è in fase di completamento. Allo scopo l’amministrazione Ottaviani ha già accantonato una cifra che si aggira intorno ai 500.000 euro e che servirà all’allestimento del parco con annessi camminamenti, pista ciclabile, area giochi e un’arena per spettacoli e manifestazioni pubbliche, riutilizzando e riconvertendo l’attuale struttura in cemento armato della tribuna centrale del “Comunale”, la cui costruzione risale agli anni Cinquanta.