Aveva appena dieci anni quando ha iniziato a rimanere affascinato da uno degli appuntamenti che per la città di Alatri e per gli alatrensi è tra i più sentiti e attesi. Era ancora piccolo ma in grado di riuscire a percepire le emozioni, le sensazioni di un momento di spessore.
Un momento che, insieme al senso di unione della famiglia, ha fatto sì che ancora oggi, a distanza di anni e in età matura, quel venerdì di ogni anno, prima di Pasqua assuma un grande valore. Da bambino era spettatore, da qualche anno tra i protagonisti, e da ben quattro nel ruolo di chi ha dato la propria vita per lâumanità .
Questa sera lo vedremo di nuovo ad Alatri, nella terra dove è nato e vissuto per anni. Simone Desiato è Gesù nel Venerdì Santo di Alatri. Era andato anni fa a presentarsi alla Pro loco per chiedere di prendere parte allâevento. Due foto in mano che lo ritraevano, il curriculum e negli occhi la voglia di vivere un evento che per lui, nato ad Alatri, rappresenta la tradizione. La richiesta era quella di interpretare Giuda, figura a lui cara perché sin da bambino, tra i vicoli del centro, rimase fortemente colpito dallo sguardo e dallâatteggiamento di quel personaggio. Ci vollero anni prima che fosse chiamato ad interpretarlo perché il ruolo era già stato affidato. Dopo averlo vissuto intensamente per quattro anni, ecco arrivare dalla Pro loco la proposta per il passaggio a Gesù.
Paura e sgomento, questo inizialmente ha provato Desiato quando gli è stata proposta la straordinarietà del personaggio. Avvalendosi della sua grande esperienza attoriale alle spalle e ancor di più per la sua sensibilità , ha accettato di interpretare il ruolo. Ha iniziato così a cercare ispirazione nelle letture e musiche sacre, a divorare libri e studiare film, a parlare con religiosi per immedesimarsi maggiormente nel personaggio.
La passione vivente per te che significato ha?
«La passione è legata alla mia infanzia e quindi ai ricordi che ho. Di quei momenti che trascorrevo ad Alatri il Venerdì Santo, allâincontro di tutta la famiglia materna e paterna. La nostalgia di quei momenti è forte, ancor più quando sfilo con la croce sotto le finestre della casa di mio padre nel quartiere Piagge. Allâepoca vivevo con i miei genitori in provincia di Napoli e immancabilmente il Venerdì Santo ci riunivamo ad Alatri per il grande evento. Lâemozione di stare tutti insieme per ritrovarsi con i parenti accresceva in me una grande gioia coronata dallâavvenimento della processione».
E per la città di Alatri?
«Gli alatrensi sono intimamente legati allâevento dedicando molta attenzione a ogni sfumatura. Ognuno ne è protagonista e si continua a parlarne per mesi. La macchina organizzativa, finito lâevento, è già a lavoro per la prossima edizione. Insomma, può essere definito il giorno più atteso dellâanno».
Qual è stata la difficoltà più grande che hai trovato in questo impegno?
«La difficoltà più grande è stata quella interpretativa: provare a comprendere il dualismo tra il potere divino e lâidentità umana della figura del Cristo, per restituirla lealmente attraverso la mia recitazione. Sfilare tra la folla con le giuste intenzioni, soffrendo per giungere interiormente provato alla scena finale della crocifissione. Per me è una forma di confessione annuale che dedico allâespiazione dei miei peccati».
La cosa più bella?
«à la sensazione di sollievo e di benessere che provo finito lâevento. La fatica fisica ed emotiva accumulata durante la preparazione e lo svolgimento della processione la scarico tutta nellâattimo in cui si spengono tutti i riflettori».
Qual è il momento della rappresentazione che più ti emoziona?
«La crocifissione, per vari motivi. Il rapporto e il dialogo con la madre, il contatto spirituale di riverenza e rispetto con il Padre, Dio, e il momento di estrema intimità e dolore con me stesso. In un momento di massima tragicità è la presenza della famiglia ad aiutarci. Ci protegge, salvandoci dalle pene, dalla solitudine e dal male. Ad essi dedico la mia passione».
Alatri, e con essa Simone Desiato, è pronta a rivivere le ultime ore di vita terrena di Cristo.