Una vita piena di sofferenza. Un’invalidità che lo costringe da anni a stare su una sedia a rotelle e a spendere quasi tutta la pensione per acquistare i farmaci. Ma la cosa peggiore per il signor Vincenzo Donato è essere costretto a trascorrere tutte le giornate in una casa che non può più essere definita tale. Vive in un appartamento Ater in via Vincenzo Bellini, che non è mai stato soggetto a manutenzione. I muri, completamente scrostati, stanno cadendo a pezzi. C’è umidità ovunque.

Ma neanche l’esterno dell’edificio se la passa bene. Anzi: il tetto è rotto e venerdì scorso, per la forte pioggia, l’abitazione è stato invasa da un metro d’acqua, tanto che si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

«Questa storia deve finire - denuncia la figlia, la signora Antonella - È una vergogna che una persona anziana debba sopportare tanto. La mia famiglia le ha provate tutte: abbiamo scritto all’Ater, ci siamo rivolti ai carabinieri, al Comune, ma non abbiamo ottenuto nulla. Dall’Azienda continuano a dirci che non è possibile intervenire per mancanza di fondi. Eppure, mio padre paga puntualmente l’affitto. Temiano che possa accadere l’irreparabile. Già quattro anni fa è stata sfiorata la tragedia con la caduta di un pezzo di cornicione che ha ferito mio nipote. Non è servito a nulla neanche il sopralluogo dell’Ufficio igiene della Asl che ha scritto all’Ater intimandole di adoperarsi per risolvere la situazione. A giorni ce ne sarà un altro, ma a questo punto non credo possa servire a cambiare le cose».

Ma la battaglia più dura che i figli del signor Donato stanno portando avanti da ben 15 anni è cercare di ottenere un cambio di piano: «Vive da sempre al terzo piano, ma da quando si è ammalato le cose si sono complicate, considerato che non c’è l’ascensore e ogni volta che dobbiamo portarlo dal medico, siamo costretti a chiamare una persona che ci aiuti a farlo uscire da quella che è diventata per lui una vera trappola. A 77 anni chiede solo di essere spostato al piano terra per conservare un minimo di indipendenza e di dignità. È anche disposto a stare in un alloggio più piccolo di quello attuale che è grande a malapena 30 metri quadrati. Vogliamo giustizia».