Nella notte di mercoledì, sulla via Morolense, una Renault Twingo vecchio modello di proprietà di una prostituta che lavora sull’Asse attrezzato e utilizza l’auto come alcova per ricevere i clienti, ha preso fuoco. La donna è una ventiquattrenne nata e residente a Ceccano e l’auto era parcheggiata davanti la sua abitazione. Sul luogo sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio, anche se la vettura è rimasta completamente distrutta e i carabinieri della locale stazione che, fatti i rilievi di rito, hanno avviato le indagini per comprendere l’origine della conflagrazione.

Al momento, tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti e non si può escludere l’atto doloso. La donna lavorava nel capoluogo sulla “Strada della prostituzione”, dove ogni giorno, nonostante le retate delle forze dell’or - dine e i continui controlli decine di donne, soprattutto straniere, vendono il proprio corpo. Una tratta vergognosa di nuove schiave che, private della loro dignità, sono costrette a vendere se stesse a uomini che, dopo aver contrattato velocemente il prezzo, le fanno salire sulle loro auto anche in pieno giorno, magari dopo aver lasciato i figli a scuola e le moglie al lavoro.

Tutto questo in una strada ad alto scorrimento, molto trafficata, per il discreto numero di aziende presenti e per il frequentatissimo centro commerciale. L’incendio dell’auto della prostituta ceccanese apre uno squarcio su un mondo fatto di minacce e regolamenti di conti. A chi dava fastidio la giovane? A qualche sua collega, a chi gestisce il traffico? Sta agli inquirenti accertarlo per far sì che l’Asse attrezzato non diventi, ancora di più, terreno di lotte tra sfruttatori.