âLei è stato condannato allâergastolo nel 1927, dopo 40 anni si sente riabilitato?â
Red: âRiabilitato? Dunque mi lasci pensare... a dire il vero io non so cosa significa questa parola.â
Membro della Commissione: âBeh, vuol dire essere pronto a rientrare nella società e contribui...â
Red: âLo so cosa significa per lei figliolo, ma per me è solo una parola vuota, una parola inventata dai politici, in modo che i giovani come lei possano indossare un vestito o la cravatta e avere un lavoroâ.
Questo dialogo è tratto da una scena de Le ali della libertà , e riassume il senso dellâincontro di oggi nella Casa Circondariale di Frosinone. Quello che è emerso dal convegno a favore della popolazione detenuta, dal tema âGiustizia, solidarietà e redenzione dellâuomo detenutoâ è stato, infatti, che siamo di fronte nel nostro paese ad un problema sociale gravissimo. Quello della riabilitazione dei detenuti che hanno scontato la loro pena e che tornano nel mondo senza la minima guida o aiuto nel reinserimento sociale.
Il professore Fabio Pietrangeli della facoltà di Lettere dellâUniversità Tor Vergata parla del suo lavoro allâinterno del carcere di Rebibbia. Un progetto importante e molto bello, si. Ma che senso ha se poi in Italia abbiamo delle leggi per cui ad esempio una persona che si laurea in legge allâinterno del carcere non può accedere allâesame di stato?
La sensazione al termine dei vari interventi di oggi è stata quella di aver portato alla luce un problema gravissimo, pur senza essere riusciti a trovarvi delle soluzioni immediate.
Come lo stesso direttore del carcere di Frosinone, Alessandro Cocco, ha fatto notare: «à assurdo come ancora nel 2016 ci si trovi di fronte a un problema sociale di una tale gravità . Non ci sono programmi governativi di reinserimento sociale, e lâunica speranza per questi ragazzi, specie quelli che si ritrovano dopo tanti anni a tornare nel mondo senza aver più una famiglia, sono le associazioni e i progetti dei volontari».
Uno dei progetti di cui parla il dottor Cocco è âSempre Personaâ di cui Alfonso Di Nicola è coordinatore. La testimonianza del suo amore che nulla chiede e tutto dá è molto toccante. Il suo progetto risponde proprio a quel bisogno di aiuto per i detenuti che si svolge al di fuori delle carceri. Il progetto prende il via dallâamicizia di penna che Alfonso instaura con un detenuto di Rebibbia, Giorgio. Questi gli chiede di andare a trovare sua madre, di portarle un bacio da parte sua. Dalla reazione della donna il focolarino capisce che queste persone hanno bisogno di molto di più.
Nel carcere di via Cerreto questa mattina câera anche Patrizio, ex detenuto, che ha raccontato come il Progetto Sempre Persona gli abbia salvato la vita: «Sono uscito dal carcere dopo una lunga detenzione, i miei genitori erano morti. Dentro sono stato fortunato, stavo bene. I veri problemi sono iniziati una volta fuori. Per i primi sette mesi ho vissuto come un barbone. Nonostante avessi scontato la mia pena, ero un rifiuto della società . Poi ho incontrato Alfonso, che mi ha spiegato come amare ed aiutare il prossimo, come fare del bene. Da allora la mia vita è cambiata e ogni giorno mi riserba delle sorprese. Anche stare qui oggi è una sorpresa - conclude - avevo giurato a me stesso che non avrei mai più messo piede in un carcere!â
Dopo il convegno (a cui hanno partecipato anche il vicepresidente di Gruppo Idee e presidente dei Bisonti rugby, Germana De Angelis, il sindaco di Boville dott. Piero Fabrizi, lâAssessore alla cultura di Frosinone Fabrizi, il presidente del Rotary Club e molti altri), il momento che tutti i detenuti aspettavano, il concerto della cantante Ilaria e del suo gruppo, che ha avuto lâonore di essere accompagnata al pianoforte da Beppe Carletti, leader dei Nomadi e da Massimo Vecchi, bassista e cantante della stessa band.
Beppe Carletti è in tour in vari carceri italiane, ma anche per lui quella di oggi è stata una giornata diversa: «Tra tutte le carceri che ho visitato finora, qui a Frosinone per la prima volta ho assistito a un convegno così interessante e su un tema importante come questo prima della nostra esibizione. Così dovrebbero essere tutti gli eventi».