Ai tradizionali auguri di Buon Natale, questâanno allietati da una musica «più tradizionale rispetto allâaria formale dei concerti nel corso degli anni passati», il prefetto di Frosinone, Emilia Zarrilli, ha espresso anche un suo personale desiderio: più ânoiâ e meno âioâ. Ma soprattutto più collaborazione, condivisione, partecipazione a un obiettivo comune.
Da parte dei sindaci, principalmente, per quella che ha definito «unâemergenza vera e imprevedibile, che arriva quando noi non siamo ancora pronti»: i profughi.
Altri immigrati in Ciociaria
Ne sono arrivati ancora. Altri 35 proprio in queste ultime ore. E il problema resta sempre lo stesso: come e dove sistemarli. E se i primi cittadini del- la provincia di Frosinone pensano di chiudere le porte, ecco che il prefetto, nel pieno della sua autorità , li inviterà , in questo caso formalmente, alla collaborazione. Fuori dai denti, tra un brindisi e tanti scatti fotografici nel salone con lâalbero di Natale, ha annunciato che partirà a breve una circolare ad hoc, con la quale i sindaci saranno caldamente invitati a collaborare. Lâemergenza è di tutti, è di un intero territorio e ci vuole collaborazione. Non accetta un rifiuto, Sua Eccellenza. Non può farlo per il ruolo super partes che ricopre. Con decisione, coraggio e forza ferrigna. «Non dico che ci voglia con- divisione cristiana - ha sottolineato nel messaggio ufficiale - quello lo diranno i vescovi. Io lo penso ma non lo dico».
E nel settore immigrazione i numeri resi noti dallâUfficio territoriale del Governo parlano da soli: circa 2000 i profughi accolti ed alloggiati fino ad oggi; 70 quelli che hanno visto riconosciuto lo status di rifugiato; 981 i decreti di rigetto e 108 quelli accolti per protezione umanitaria. Importanti anche le cifre che riguardano le certificazioni antimafia rilasciate: 450. Mentre 90 sono stati i cittadini che hanno rinnovato o richiesto le licenze per le pistole; 80, invece, i provvedimenti di divieto per la detenzione di armi.
Lâinvito a superare i contrasti
«Lo spirito di Natale deve esse- re questo - ha proseguito nel messaggio augurale, durante il quale ha voluto accanto a sé il vescovo Spreafico, lâabate Ogliari, il presidente della Provincia Pompeo e il sindaco di Frosinone Ottaviani: solo attraverso i buoni sentimenti e i buoni valori ritroveremo un poâ di serenità che ora, in questo momento difficile, è più lontana. Credo che sia visibile a tutti lâimpegno quotidiano di prefetto e prefettura per essere accanto al territorio con presenza, vicinanza e disponibilità per favorire il dialogo con le parti opposte, siano essi imprenditori e lavoratori, siano essi grandi società quali, non a caso, Acea, Enel e sindaci che chiedono aiuto. Sono le cose che meno mi piace fare, queste: cercare le composizioni allâinterno di una contrapposizione democratica sì, ma quando si va oltre si eccede. E un prefetto con poteri ridotti non riesce a risolverle come vorrebbe. Lâinvito che rivolgo ai sindaci, qui numerosi stasera - è quello di cercare di essere concilianti con le opposizioni perché al prefetto questo lavoro non piace ed è, oltretutto, vano».
Lâimpegno quotidiano
Non ha voluto snocciolare tutti i dati, il prefetto, ma su qualcuno in particolare ha puntato lâattenzione: «Pensate solo a 900 patenti ritirate per problemi connessi ad alcol e droga; a 4.500 sanzioni o processi aperti in tema di contrasto al codice della strada. Ma i numeri che ricorderemo più di tutti sono quelli del sistema elettorale: 24 comuni sono andati alle elezioni, ci sono stati due referendum. Un impegno gravoso».
Il dialogo con il territorio
«Quello che mi piace - ha detto Sua Eccellenza - è sottolineare ancora una volta il dialogo aperto con il territorio, grazie anche ai miei validi colleghi e collaboratori. Infine non posso che ringraziare gli uomini e le donne delle forze dellâordine, perché ci tutelano e garantiscono in termini di sicurezza. Lâaugurio affettuoso è quello di un poâ di serenità per il futuro e soprattutto quello che per il prossimo anno noi possiamo riaffermare con convinzione che sia ânoiâ e non più âioâ».