È afgano, ha tra i 19 e i 20 anni, e dalla Grecia voleva entrare nel- l’Europa che conta. Probabilmente in Germania, Olanda o Scandinavia. È il ragazzo che viaggiava imbracato al semiasse di un tir bulgaro e letteralmente salvato dalla polizia stradale di Frosinone lunedì pomeriggio.

Il ragazzo, nonostante le condizioni estreme del viaggio affrontato, sta bene e, per ora, non ha chiesto asilo politico in Italia, segno che la sua meta è un’altra, Parigi. Stando alla ricostruzione effettuata dagli agenti della sottosezione A1 della polstrada di Frosinone, il giovane ha viaggiato con un camion che trasportava abbigliamento.

Il semirimorchio era stato agganciato in Turchia, da lì, il mezzo era giunto in Grecia, dal cui porto di Igoumenitsa, di fronte all’isola di Corfù, si era imbarcato alla volta di Brindisi. Seconda tappa di un percorso che prevedeva un nuovo imbarco, questa volta a Civitavecchia, per la Spagna.

Il ragazzo, mimetizzatosi tra i turisti che in questi mesi affollano i porti ellenici, è riuscito a eludere la sorveglianza di polizia, guardia costiera e autorità doganali greche nonché la vigilanza delle compagnie dei traghetti. Per farlo ha dovuto pagare 900 euro.
Ma anche allo sbarco in Italia è riuscito a passare inosservato. Una sorta di Houdini dei giorni nostri che però è stato notato da un carabiniere in transito lungo l’autostrada che ha visto spuntare i piedi dal tir.

Sono stati questi ad avvertire la polstrada che, agganciato il tir, lo ha costretto a fermarsi nei pressi del ca- sello di Ferentino, liberando l’insolito passeggero. Da lì sono partiti i primi accertamenti sul ragazzo come pure sugli autisti, due bulgari di 32 e 42 anni. In ospedale, sottoposto ad esame auxologico, il ragazzo è risultato avere tra i 19 e i 20 anni.

Dai documenti in suo possesso si è scoperto che è stato identificato in Grecia il 15 giugno come richiedente protezione internazionale. Da allora deve aver vagato prima dalle isole per poi passare sulla terraferma in uno dei tanti campi profughi allestite dalle autorità di Atene, sperando nel momento propizio per potersi imbarcare per l’Italia. E il momento propizio è giunto domenica sera.

A Igoumenitsa il ragazzo, quasi certamente senza farsi accorgere dagli autisti, nei confronti dei quali non è stata contestata alcunaaccusa, è riuscito a salire a bordo del traghetto.

Una volta sbarcati a Brindisi, i due autisti hanno raccontato di essersi fermati un paio di volte, prima nelle vicinanze del porto, probabilmente per una veloce colazione, quindi in una stazione di servizio nel Beneventano. Da lì hanno proseguito il viaggio senza accorgersi di nulla fino a Ferentino.

Una volta uscito dall’ospedale, invece, il ragazzo è stato informato della possibilità di poter chiedere asilo politico in Italia. Al momento ha preferito non avvalersi di tale facoltà. Stando così le cose dovrà lasciare la Penisola entro sette giorni. Termine entro il quale potrà comunque, nel caso non riuscisse a uscire dall’Italia, tornare sui suoi passi e richiedere l’asilo politico.
Ora è assistito dalla Caritas.

Una vicenda conclusa positivamente, considerato che, spesso, persone che hanno viaggiato allo stesso modo sotto i tir non ce l’hanno fatta, morendo durante il tragitto o in strada o ancor prima sul traghetto.