«Dal 2013 sono stati raggiunti dei notevoli risultati e progressi. La raccolta differenziata è salita dal 26,5% al 32,7% e in un solo anno ci si è adeguati alle normative nazionali ed europee che prevedono che siano trattati tutti i rifiuti raccolti. Un primo grande giro di boa è stato fatto. Continueremo ad investire ma non abbassiamo la guardia». Così il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, nel commentare il decreto sulla determinazione regionale in merito al fabbisogno degli impianti per il ciclo dei rifiuti.

«Si tratta di un lavoro - ha fatto notare - realizzato senza procedure straordinarie o commissari ma con procedure ordinarie e grande collaborazione tra gli enti. Essere riusciti a ottene re questi risultati attraverso procedure ordinarie è un grande successo». Aggiungendo che «Non c'è bisogno di nuovi impianti perché stiamo andando nella direzione di un ciclo verde di rifiuti. Le risorse economiche ci sono e i risultati alle spalle ci consentono di guardare al passato in maniera serena» spiegando che «da febbraio 2014 non è stato più interrato rifiuto tal quale. In futuro - ha chiosato - non ci saranno più le discariche come le abbiamo conosciute finora».

Un passaggio lo ha riservato agli impianti di trattamento TMB (trattamento meccanico-biologico). «Sono già sufficienti - ha argomentato - per le esigenze di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato della regione. Pertanto - ha fatto notare il governatore - non è necessario pianificare nuovi impianti oltre quelli esistenti, vista la tendenza all’aumento, nei prossimi anni, della raccolta differenziata che dovrebbe raggiungere nel 2020 il 65%, con un trend in crescita costante».

Si punta al riciclo green

«Questi risultati ci permettono di dire che un diverso ciclo di rifiuti che sia green, più sostenibile e in linea con quanto ci chiede l'Unione europea, è possibile». Ha fatto notare il consigliere del Pd Cristiana Avenali. «Quello che dobbiamo continuare a fare è lavorare su un modello di gestione dei rifiuti più efficace, che trasformi quella che è stata una emergenza in opportunità, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo della riduzione dei rifiuti del 5% all’anno e di incrementare fino al 65% la raccolta differenziata porta a porta, prevedendo nel prossimo piano regionale solo la costruzione di impianti di riuso e riciclo. In questo modo riusciremo anche a dare risposte alle vertenze territoriali.

Oltre allo stop al gassificatore di Malagrotta possiamo dire da subito che il tmb di Guidonia non serve e non va messo in funzione, e che nel breve periodo potremo liberarci anche dei termo valorizzatori presenti nel Lazio. Per poter ridurre la produzione di rifiuti bisogna lavorare sulla prevenzione. La Regione Lazio ha approvato le linee guida per la riduzione e prevenzione dei rifiuti che adesso devono essere attuate, e in quest’ottica i centri di riuso sono strumenti importanti di cui dobbiamo dotarci per inserire ancora di più la nostra regione in un’economia circolare, attenta all’ambiente e alla salute delle nostre città e in grado anche di produrre posti di lavoro».

Ecco cosa prevede il decreto

Il sostegno alla riduzione alla produzione dei rifiuti è il primo punto che il Piano di gestione dei rifiuti del Lazio ha inserito tra gli obiettivi e linee di intervento nel rispetto della gerarchia di azione dettata dalla normativa comunitaria.
Le azioni previste dal Decreto sono:

a) la prevenzione nella produzione di rifiuti e la riduzione della pericolosità sull’ambiente e sulla salute umana;

b) il potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e di quelli assimilati adottando in via preferenziale il sistema di raccolta porta a porta e dei rifiuti speciali;

c) la promozione e la sostenibilità delle attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti urbani e speciali, nonché di ogni altra azione diretta ad ottenere da essi materia prima secondaria;

d) lo sviluppo dell’applicazione di nuove tecnologie impiantistiche, a basso impatto ambientale, che permettano un risparmio di risorse naturali;

e) la riduzione della movimentazione dei rifiuti attraverso lo smaltimento in impianti il più possibile prossimi ai luoghi di produzione;

f) la riduzione dello smaltimento della frazione di rifiuto indifferenziato;

g) il miglioramento dell’informazione dei cittadini e della loro partecipazione ai processi decisionali;

h) la promozione della progettazione nei centri di ricerca e presso le imprese, di prodotti ed imballaggi tali da ridurre all’origine la formazione di rifiuti non riciclabili e non differenziabili.