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La situazione

Tanta rabbia da tramutare nella voglia di riscatto

Il Frosinone deve gettarsi subito alle spalle la sconfitta del “Ferraris” e preparare al meglio l'ultima gara del 2023: lunedì 26 in casa con la Ternana

Il Frosinone di Fabio Grosso a testa alta anche nella domenica in cui è costretto a subire sul campo del mitico stadio Marassi la quarta sconfitta di campionato, interrompendo la serie positiva di risultati iniziata dopo la partita con il Parma del 1 ottobre scorso. Il Genoa esulta per i tre punti che ha conquistato per meriti non suoi a dimostrazione che di questi tempi i ruoli si sono invertiti a tutto vantaggio della capolista ciociara che in campo ha difeso con una buona prestazione l'onore che il ruolo di prima di una classe molto agguerrita gli imponeva.

I canarini hanno conquistato consensi anche se la posta in palio è finita altrove. Il Genoa ha vinto, ma la capolista giallazzurra ha dimostrato di essere da Serie A. Il titolo del quotidiano sportivo della Capitale proprio questo diceva ieri mattina: i tre punti finiti al Grifone di Alberto Gilardino non intaccano le credenziali del Leone che ha ormai catturato i consensi degli addetti ai lavori. Con il suo gioco e non con i favori e gli aiuti vari ed esterni che spesso incidono sui risultati delle partite. Non si può più nascondere dietro la formazione che va in campo per salvarsi e per alzare l'asticella degli obiettivi una volta raggiunta la certezza di restare tra i cadetti.

Anche nel giorno della sconfitta la formazione giallazzurra non ha dismesso la veste di capolista dalle prospettiva favorevoli riguardanti l'ultima gara del girone di andata e la prima del ritorno. Quando dovrà affrontare al "Benito Stirpe" prima la Ternana e, dopo la sosta del campionato, il Modena. Comunque il bicchiere è sempre tutto pieno: primo posto in classifica con tre punti sulla Reggina seconda, sei sul Bari e sul Genoa terze, addirittura dieci sul quartetto di squadre formato da Pisa, Ternana, Parma, Ascoli e poi tutte le altre. Migliore difesa e migliore differenza reti con un +14 che le altre formazioni d'alta classifica avvicinano soltanto.

Il tutto senza avere battuto un calcio di rigore quando, tanto per indicare invece avversarie che ne hanno beneficiato a iosa, il Pisa ne ha calciati e trasformati sei, il Bari ne ha avuti quattro come il Genoa e il Sudtirol, tre il Modena, il Palermo, il Parma e la Reggina e via di seguito. Tre squadre non hanno fatto gol dal dischetto e tra queste c'è il Frosinone in compagnia di Spal e Venezia. Eppure al "Ferraris" domenica sera si è creata per il club di Viale Olimpia l'opportunità di calciare il penalty. Ma gli è stata negata. Dal direttore di gara e dal collega internazionale che stava al Var. Il mani c'è stato e nessuno dei due che ha ravvisato gli estremi del rigore con il pallone che, scagliato verso la porta avversaria da Mazzitelli, è stato intercettato dal piede del genoano Ilsanker e poi stoppato dal braccio tenuto largo e non in posizione "congrua" come prevede la norma.

Che spiega anche che «... non è di per sé automaticamente involontario un fallo di mano che avviene dopo che il pallone ha rimbalzato su altra parte del corpo...». Può esserci "congruità" della posizione delle braccia quando sono allargate a pochi metri dalla linea di porta e con il difensore in posizione statica? La spiegazione della non concessione del calcio di rigore l'ha data Grosso al termine della partita.

«L'arbitro - ha detto il tecnico - ha mancato di coraggio». O meglio ha palesato quello di Don Abbondio... E così il Genoa ha vinto e il Frosinone ha perso. La gara ma non il primo posto. Domani la squadra tornerà in campo. Due giorni per sbollire delusione e rabbia per trasformarle in energia positiva quando il giorno di Santo Stefano il Frosinone affronterà la Ternana allo stadio "Stirpe" (ore 18) per proseguire la corsa solitaria al vertice della classifica.

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