Spazio satira
Il caso
23.01.2020 - 12:00
Un momento del programma
«Ci sono voluti tre anni per dimostrare la sua innocenza». Così Giancarlo Magalli, conduttore del programma di Rai 2 de I fatti Vostri ha presentato Pasquale Fabbricatore, il 23enne di Minturno accusato ingiustamente di sfruttamento della prostituzione. Un'accusa poi smentita ufficialmente dalla magistratura, che lo ha assolto con la formula più ampia per non aver commesso il fatto. Il giovane, che ha trascorso venti giorni in carcere e uno ai domiciliari, era presente in studio insieme al suo avvocato Pasquale Cardillo Cupo, che lo ha assistito insieme al collega Roberto Palermo. Nel corso dell'intervista, Pasquale ha raccontato di essere stato accusato da due ragazze minorenni, che hanno indicato nell'allora diciannovenne giovane minturnese colui che le avrebbe sfruttate.
Dichiarazioni mai confermate dai fatti e che presentavano forti anomalie, in quanto erano una la fotocopia dell'altra. «Ciò ha spiegato in diretta l'avvocato Cardillo Cupo ha destato in noi non poche perplessità, che si sono accentuate quando si è cercato di individuare questi facoltosi clienti indicati dalle ragazze. Non ne è stato trovato uno, ma c'è di più. Quando l'indagine passò dal Tribunale di Cassino alla DDA, il magistrato competente nominò un consulente, incaricato di verificare su computer e telefonini, se ci fossero tracce di questi appuntamenti. Non è risultato nulla; anzi risultava che mesi dopo Pasquale Fabbricatore aveva chiesto il numero di telefono di una delle due accusatrici. Come faceva a sfruttarle visto che non aveva nemmeno il numero di telefono?».
Lo stesso legale ha poi ricordato che i giudici del Tribunale di Cassino hanno accertato l'infondatezza delle dichiarazioni delle due minorenni, segnalate per essere processate per calunnia e «noi ha continuato l'avvocato Cardillo Cupo ci costituiremo parte civile». Pasquale Fabbricatore ha poi raccontato la sua odissea, rimarcando le difficoltà che ha incontrato nel trovare lavoro, per la diffidenza di molte persone. Un atteggiamento che oggi, fortunatamente, è scomparso, con il giovane che oggi lavora con lo zio
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