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La testimonianza

Bimbo ucciso dalla madre. La nonna: non so come sia successo, eravamo felici

L'anziana non era in casa al momento dell'omicidio. Racconta di una famiglia unita in cui andavano tutti d'accordo. Poi: forse oggi a mia figlia daranno i domiciliari

Il viso affranto, la voce bassa, quasi un sussurro, gli occhi smarriti: la nonna di Gabriel non sa darsi pace per quanto accaduto. Come un automa risponde alle domande dei giornalisti. E' gentile, sebbene da ieri pomeriggio il mondo le sia crollato addosso, "un mondo che ora - dice - non ha più colori". 

Poi racconta con quel po' di voce che le è rimasto: "Non ero in casa quando è successo tutto. Mi hanno chiamato, mi hanno avvisato, e sono corsa qui. Ho visto carabinieri, medici, un inferno, poi il corpicino di Gabriel per terra, senza vita. La mia anima è morta in quel momento". Respira, trattiene a stento le lacrime, si copre il viso con le mani di instancabile lavoratrice.

Prosegue: "Eravamo una bella famiglia, Gabriel era la gioia di tutti. Andavano tutti d'accordo, lui e la madre erano uno spettacolo di amore e felicità. Non so spiegarmi... non so spiegarmi - ripete angosciata - come sia potuto accadere. Il piccolo era felice e la madre anche". Il pensiero corre alla figlia Donatella: "E' in carcere adesso, sì - ripete - oggi pomeriggio, da quanto so, dovrebbero interrogarla ancora e poi, forse, le concederanno gli arresti domiciliari. Ma di queste cose non me ne intendo". Quindi, riceve una telefonata, si volta, la voce non c'è più. Un filo sempre più esile con il quale tenta disperatamente di restare aggrappata a quel mondo senza più colori. Sale in macchina con l'altro figlio. Si volta: "Non so più niente, so solo che mio nipote non c'è più". Ma prima di andare via ci lascia una sua convinzione. "Sono sicura che mia figlia non ha fatto niente".

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