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L'udienza

Paziente morto per dissecazione dell'aorta, tre medici a giudizio

Francesco Mocerino, 45 anni, si era presentato all'ospedale con dolori al torace. Era stato dimesso ma due giorni dopo la situazione è precipitata ed è morto

Morì per dissecazione dell'aorta, tre medici del pronto soccorso di Frosinone a giudizio. Francesco Mocerino, 45 anni, morì il 7 gennaio del 2017 dopo esser stato dimesso due giorni prima da Frosinone. Quando arrivò ad Alatri era ormai troppo tardi. Ieri, davanti al gup Antonello Bracaglia Morante era stata fissata un'udienza per le repliche. Quindi, dopo una breve camera di consiglio, il magistrato ha deciso per il rinvio a giudizio, a partire dall'udienza del 2 ottobre davanti al tribunale di Frosinone, di tre medici sui quattro indagati. Il giudice, in pratica, ha accolto le richieste del pubblico ministero  A giudizio compariranno i medici G.L.G. e S. G. che si occuparono del paziente al momento dell'ingresso allo Spaziani e di G.C., presente all'atto della dimissione del paziente, con un passato da portiere di calcio nelle serie minori. Prosciolto, invece, il quarto medico, del turno notturno, L.C. difeso dall'avvocato Marco Torriero.

Stando alla denuncia della moglie di Mocerino, quest'ultimo entra in ospedale il mattino del 4 gennaio con forti dolori al torace, ma viene dimesso il giorno seguente. Tuttavia, le condizioni del paziente  non migliorano, al punto che il 7 gennaio lo stesso si ripresenta in ospedale, questa volta ad Alatri. Le sue condizioni, però, sono disperate e muore praticamente al suo ingresso in ospedale. Parte così l'inchiesta per omicidio colposo. La procura affida una consulenza al medico legale Vincenza Liviero, all'esito della quale vengono ritenuti sussistenti dei profili di responsabilità a carico dei quattro medici che vengono allora indagati.

L'accusa si basa sui risultati di un consulto medico richiesto a uno specialista cardiologo. Quest'ultimo, sentito anche dal giudice nel corso dell'udienza preliminare, aveva consigliato (ma non prescritto come evidenziato successivamente dalle difese) di sottoporre il paziente a una angiotac e a un ulteriore elettrocardiogramma, esami che, per l'accusa, non sarebbero stati mai eseguiti al punto che il paziente era stato dimesso con diagnosi di crisi prelipotimica. Lo stesso cardiologo, quando è stato interrogato dal gup, ha ritenuto tuttavia che, al momento di quegli esami, la dissecazione dell'aorta non era iniziata anche perché ha sostenuto un paziente in quelle condizioni rischia di morire nel giro di qualche ora e non dopo un paio di giorno. Ha aggiunto anche che se solo avesse avuto un sospetto del genere avrebbe immediatamente allertato il reparto di chirurgia per procedere a un immediato intervento.
Tuttavia, all'esito della discussione, il pm ha ritenuto di chiedere il rinvio a giudizio dei tre medici, difesi dagli avvocati Nicola Ottaviani, Marco Pizzutelli, Fabrizio Plagenza e Massimo Titti.
Richiesta accolta dal gup che ha fissato al 2 ottobre la prima udienza. La moglie e i figli di Mocerino, rappresentati dall'avvocato Luigi De Rasis, hanno intanto avviato un'azione civile

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