Spazio satira
La ricostruzione
05.09.2018 - 12:00
La strada maestra è sempre campana. Una casa madre anche per le piccole aziende dell'indotto illecito. Con traffici che si diramano in mille direzioni e, ben volentieri, imboccano le scorrevoli vie per Cassino. Sono le invitanti "periferie" di un impero commerciale sporco dove sorgono e, a volte, tramontano le consorterie dello spaccio. Soldi che girano, facili a prenderli, più complicata la costruzione della strategia per nascondere i carichi, stoccarli, piazzarli ed evitare controlli. Ma il rischio si corre per quelle migliaia di euro al mese per chi è incardinato nei piani alti della piramide, più discreti i guadagni di tutti gli altri. Dipende dai ruoli e dalla bravura.
Napoli, i centri casertani, il litorale domizio: le principali fonti di approvvigionamento per i cassinati che viaggiano continuamente. Con una doppia corsia: lo dimostrano le tante operazioni di polizia. Per i carichi più piccoli conviene muoversi di frequente. In caso di controlli, si incappa in guai minori e ci si può disfare della roba con facilità. Per i carichi maggiori, laddove il prezzo scende vertiginosamente, occorre organizzarsi diversamente, non disdegnando auto-vedette durante il rientro, caselli strategici dove uscire mentre non si può escludere - come emerso nell'operazione Pazzigno che a Napoli, qualche mese fa, ha smantellato un'organizzazione dedita al narcotraffico con ramificazione nelle province del basso Lazio - che per le partite più imponenti si muovano i gruppi campani.
L'A1, comunque, resta la via più celere per i trasferimenti. Memorabili quei 10 chili di marijuana trovati dalla stradale, nel mese di febbraio, a Cassino, nel bagagliaio di un trentenne pontino in transito sull'autostrada a bordo di una Fiat 500X. Su un taxi, invece, due cassinati (di 29 e 45 anni) fermati dai carabinieri - sempre nei pressi del casello A1 - con due etti di hashish - all'insaputa dello stesso tassista "assoldato" alla stazione di Napoli per una corsa da 200 euro.
Droga che viaggia ma che non raggiunge sempre la città di Cassino. Piuttosto si ferma nelle aree-deposito, le cittadine tutt'intorno dove, spesso, vengono individuati soggetti con il compito di nasconderla. Proprio a Cervaro la polizia trovò uno di questi luoghi con quasi mezzo chilo di roba in un garage. E sempre gli agenti del Commissariato ne scoprirono un altro, un casolare di San Giorgio dove un immigrato nascondeva 1.100 grammi di polvere da sballo.
Viaggi, pit-stop, depositi, vie principali e secondarie. E poi stoccaggio, divisioni, pusher ma soprattutto baby pusher (come quelli fermati, qualche settimana fa, dagli agenti durante un trasbordo da San Silvestro a piazza Labriola): è un universo in movimento. Ma la guerra allo spaccio non conosce giorni di riposo.
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