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Le ipotesi

Strage familiare di Esperia: tre colpi secchi con l'arma clandestina

Giovanni Paliotta ha utilizzato una vecchia pistola calibro 9 per uccidere nel sonno i figli. Il pensionato aveva la licenza e altri fucili dichiarati

Tre colpi, secchi, precisi. Esplosi da un uomo che le armi le conosceva. Amante della caccia, titolare di una licenza di porto d'armi, con una calibro 22, un'altra pistola e diversi fucili dichiarati. Sarà, comunque, l'autopsia disposta dal sostituto procuratore Bulgarini Nomi – che avrà luogo nei prossimi giorni – a rivelare la presenza di possibili altri colpi ora esclusi. Al momento gli inquirenti (sul caso indagano i carabinieri) fanno, infatti, riferimento a tre colpi, unoper ognivittima, esplosi da una pistola clandestina. Una di quelle armi, spesso ereditate, di cui incautamente si "perde memoria". Restano in casa, in qualche angolo, magari tra armi legali – come accaduto proprio in questa tragedia – e saltano fuori quando meno te lo aspetti. Quella modello 34 calibro 380 –un "9 corto" per chi le usa abitualmente – è saltata fuori all'improvviso in una anonima mattina di agosto, vecchissima ma perfettamente funzionante. Per fare una strage.

In base a una primissima ricostruzione dei fatti – ma questo è uno degli elementi da accertare – sembrerebbe che Giovanni, l'ex ferroviere, ora in pensione, con la licenza venatoria regolare ma con il "9 corto" clandestino tra le mani, abbia raggiunto la stanza dei ragazzi mentre dormivano ancora. Ha esploso il primo colpo alla testa di Mariano (il più grande dei figli), che riposava sul letto di sopra; poi uno diretto con la stessa modalità alla sua Isabella, nel letto di sotto della struttura a castello.
E l'ultimo lo ha riservato per sé. Preciso, al capo. 

Le piste
Il risultato delle analisi dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Frosinone, coordinati dal maggiore Lombardi, sarà fondamentale. Gli esperti della scena del crimine dovranno comparare i tamponi effettuati con le tracce di sangue riscontrate su bossoli, cellulari, accappatoi e altri oggetti rinvenuti e repertati dai militari. Ai riscontri del capitano Nicolai faranno da contraltare quelli che seguiranno con l'autopsia disposta dal magistrato nei prossimi giorni. Ma se i primi accertamenti, terminati ieri sera dopo le 19 serviranno a chiarire aspetti tecnici e investigativi, resta comunque da scavare sui motivi.
Resta da andare a fondo per cercare di trovare, per quanto possibile, una spiegazione a una tragedia del genere accaduta all'interno di una famiglia modello, dove tutti sembravano vivere in perfetta armonia, l'uno accanto all'altro. Cosa possa aver spinto un uomo a uccidere i suoi figli prima di togliersi la vita, cosa possa improvvisamente essersi insinuato nella sua testa è uno dei fattori che dovranno tirare fuori gli inquirenti per poter mettere in fila gli elementi al momento senza un senso logico. Nulla che, comunque, possa essere in grado di lenire il dolore della madre, unica sopravvissuta alla tragedia. E se la donna fosse stata in casa in quei momenti? Giovanni avrebbe ucciso anche lei? O ancora, dietro potrebbe esserci una terribile scelta? La donna, ricoverata, ascoltata in prima battuta dai carabinieri sarà interrogata non appena le sue condizioni lo consentiranno. Intanto si scava nei rapporti interpersonali della coppia

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