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La protesta

Anagni, Ppi soppresso. Sindaco e comitati: stavolta non ci fermeremo

Il primo cittadino Daniele Natalia ha illustrato tutte le iniziative già svolte ma, soprattutto, le prossime mosse in cantiere per riavere un'assistenza adeguata

"Non mi fermerò finché non sarà ripristinato il Punto di Primo Intervento, da intendere quale passo propedeutico per arrivare alla riattivazione del Pronto Soccorso". E' determinato più che mai il sindaco di Anagni Daniele Natalia. Insediatosi da poche settimane, si è trovato subito a dover gestire la patata bollente della soppressione, da parte della Asl, di ciò che rimaneva del vecchio ospedale civico, vale a dire il Punto di Primo Intervento. Una struttura chiusa, come annunciato dall'Azienda sanitaria, a partire dall'altra  domenica e sostituita dal Pat (Presidio Ambulatoriale Territoriale): "E già qui - ha affermato Natalia - si registrano le prime e macroscopiche anomalie. Il direttore generale della Asl Macchitella, infatti, credendo forse di poterci prendere in giro, si ostina con il sostenere che il Ppi e il Pat sono la stessa cosa. Niente di più sbagliato: nel primo operano medici esperti nel campo dell'emergenza, capaci di usare le attrezzature salvavita, quali, ad esempio, un defibrillatore (che tra l'altro Macchitella subito dopo la chiusura del Ppi ha portato via a Frosinone) e in grado anche di somministrare i farmaci necessari in caso di emergenze. Nel Pat, invece - ha aggiunto Natalia - operano solo medici di base, molti dei quali, per loro stessa ammissione, non hanno neppure svolto i corsi per lavorare nel campo dell'emergenza. Logico, quindi, che la gente sia molto arrabbiata, dal momento che si è sentita presa in giro e abbandonata dalla Asl e dalla Regione".

"Stavolta Anagni e comprensorio non si fermeranno"
Natalia ha quindi ricordato "le tante iniziative già intraprese in pochi giorni, subito dopo la chiusura del Ppi: audizione in Regione per chiedere il ripristino della struttura; raccolta di firme a cura del Comitato "Adesso Basta" (già bel oltre quota 3.000, ma l'obiettivo è di arrivare almeno a 30.000); coinvolgimento di tutti gli altri sindaci del Comprensorio nord; adesione spontanea e bipartisan di associazioni, sindacati (che mi hanno chiesto un incontro per stabilire iniziative comuni), comitati vecchi e nuovi; parallelismo tra mondo politico-istituzionale e cittadinanza; istituzione di un presidio fisso (dal mattino a notte inoltrata) davanti l'ex ospedale. Tanta carne al fuoco, quindi - ha proseguito il Sindaco - ma è ovvio che non ci fermiamo qui: se la Regione e la Asl non tornano sui propri passi, siamo disposti a tutto, noi come politica ed istituzioni e la gente, le famiglie, la società civile. Stavolta Anagni e il comprensorio non si fermeranno finché non ci verrà ridato ciò che ci spetta: il Ppi in primis e subito dopo il Pronto soccorso. Il nostro presidio sanitario, infatti, serve un bacino di oltre 80mila persone, considerando anche i comuni del comprensorio, ha a pochi chilometri l'autostrada del Sole, ci sono tantissime aziende nell'area industriale, tra cui almeno 8 definite ad alto rischio di incidenti. E alcune di esse possono lavorare solo perché nel proprio piano di emergenza interno hanno scritto che esiste a pochi chilometri dalla loro ubicazione il Pronto soccorso di Anagni. Che invece non c'è più da tempo, come dall'altra domenica non c'è più neppure il Punto di Primo Intervento. La conseguenza è che queste aziende oggi andrebbero considerate non più a norma, con tutte le gravi ripercussioni del caso".

Le prossime mosse
Fin qui la situazione attuale e le iniziative già intraprese. Natalia ha quindi proiettato lo sguardo al futuro, a quello immediato: "Se le nostre istanze non dovessero essere accolte, lo ribadisco, siamo pronti a tutto: intanto giovedì 2 agosto il Comitato spontaneo popolare "Adesso Basta" ha organizzato una marcia di protesta pacifica: si partirà alle 20.30 dall'ex ospedale per poi proseguire lungo le vie del paese. Ogni cittadino sarà chiamato a portare in corteo una luce bianca mentre alle finestre andranno esposti lenzuola o drappi bianchi, il colore di questa protesta. E se anche questo non dovesse bastare - ha tuonato infine Natalia - abbiamo altre tre mosse già pronte: la richiesta di una nuova audizione in Regione per chiedere e sollecitare il ripristino di Ppi prima e Pronto soccorso dopo; la richiesta di incontro con il presidente della Provincia Antonio Pompeo (perché il problema non riguarda solo Anagni e l'area nord del territorio bensì tutta la Ciociaria) e poi, comunque non ultima carta, un ricorso al Tar, insieme agli altri sindaci del territorio, contro la delibera con cui il manager della Asl di Frosinone Macchitella ha deciso la soppressione del nostro Punto di Primo Intervento"

La voce del comitato "Adesso Basta"
Dello stesso tenore le dichiarazioni di Emiliano Salvatori, componente e fondatore del comitato "Adesso Basta", che dal giorno successivo alla chiusura del Ppi ha, tra le altre cose, organizzato un presidio fisso con tanto di tenda davanti all'ex ospedale di Anagni: "Siamo in prima linea contro la decisione della Asl e della Regione di depauperare ancora di più la nostra già malconcia sanità. L'assistenza sanitaria per la popolazione anagnina e per quella del territorio è ormai quasi inesistente e la gente ha paura di sentirsi male e di non poter avere in tempi brevi adeguate cure in grado, nei casi più seri, di salvare la vita. Purtroppo, proprio all'indomani della chiusura del Ppi, a dimostrazione dell'inadeguatezza del Pat, si è verificata la morte per shock anafilattico della signora Anna Maria Ascenzi. Un caso che ha dimostrato quanto sbagliate siano le scelte operate dai vertici sanitari. Decisioni contro le quali ci stiamo battendo e continueremo a batterci finché non ci restituiranno quanto ci hanno tolto"

La manifestazione del 2 agosto
In merito alla manifestazione di giovedì 2 agosto, il Comitato "Adesso Basta" ha scritto che il corteo è stato organizzato "per riprenderci quello che ci è stato tolto dalla Asl provinciale, da Macchitella e da Zingaretti, e per un fermo NO all'accorpamento Frosinone-Latina della centrale operativa del 118.
Alle ore 20.30 partiremo dal nostro presidio permanente in via Onorato Capo attraversando il centro storico per arrivare a viale Regina Margherita, dove saranno con noi i Sindaci del comprensorio e i referenti politici provinciali e regionali che stanno lottando senza sosta condividendo la nostra battaglia. Saranno con noi i cittadini di tutti e nove i i paesi del comprensorio"
Quindi l'appello: "Indossate una maglia, una camicia dal colore bianco, il colore che ci accompagna in questa lotta per i nostri diritti.
Portate con voi una torcia, una lampadina o qualsiasi cosa faccia luce bianca. Mettete ad ogni finestra e ad ogni balcone un lenzuolo bianco in segno di protesta.Saremo tanti e non puoi mancare proprio tu!".

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