Immigrazione
01.06.2018 - 10:30
Operai al lavoro per adeguare il centro di accoglienza di Castelmassimo
«Sgomberate il centro di accoglienza». Chiara l'ordinanza emessa dal sindaco ieri mattina: la struttura non è idonea per gli immigrati che vi alloggiano, violate le norme igieniche.
I sopralluoghi
Gli accertamenti della Asl hanno evidenziato condizioni igienico-sanitarie precarie: manca la pulizia ordinaria, c'è carenza di manutenzione di ogni genere con distacco dell'intonaco, delle maioliche dalla cucina, vernice screpolata e muffe annerite in più zone. Non sarebbe a norma nemmeno l'impianto elettrico, che manca di accorgimenti tali da creare pericolo per la sicurezza delle persone.
Una situazione di precarietà è stata riscontrata anche nel vicino centro di accoglienza "Don Andrea Coccia", usato dalla Caritas diocesana come casa di accoglienza per persone senza fissa dimora. È qui che altri quattro extracomunitari erano ospitati promiscuamente, in condizioni igieniche precarie e in palese sovraffollamento. Inevitabile lo sgombero immediato dell'immobile, eseguito alla presenza delle forze dell'ordine. Già in mattinata i richiedenti asilo erano stati dislocati in altri centri di accoglienza della provincia. Tranne quattro senza fissa dimora che dovranno ora cercarsi una sistemazione.
L'aggressione
Tutto è partito dall'aggressione al carabiniere alle Poste di via Fosse Ardeatine a Frosinone. L'immagine di quell'uomo faccia a terra ha scosso l'opinione pubblica. Più tardi si scoprirà che Godsent, il nigeriano ventenne autore del gesto, risiedeva clandestinamente nella casa di accoglienza di Castelmassimo. Era stato invitato ad abbandonarla, non avendo alcun permesso. Niente. Lui continuava ad occupare una di quelle brande stipate all'interno della struttura. Sono allora riemersi tutti i dubbi sul funzionamento del sistema di accoglienza. Strutture in alcuni casi fatiscenti che più che accogliere emarginano, dove la pulizia è un optional e la sicurezza una sconosciuta. Dove l'accoglienza diventa in alcuni casi violenza perché la quotidiana convivenza tra culture differenti è una scommessa.
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