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La richiesta

Omicidio Morganti: processo da spostare, a ore l'attesa decisione

La Cassazione deciderà giovedì sull'istanza di trasferimento presentata dai legali dei quattro imputati tuttora in carcere per la morte di Emanuele

Se sarà la Corte d'assise di Frosinone a giudicare i quattro attualmente in carcere per l'omicidio di Emanuele Morganti lo deciderà la Corte di Cassazione. Giovedì, infatti, è in programma l'udienza per discutere della richiesta avanzata dai legali di Franco e Mario Castagnacci, Paolo Palmisani e Michel Fortuna di trasferire in altra sede il processo per legittimo sospetto. A sostegno della richiesta è stata depositata una memoria.
Si tratta tuttavia di un'iniziativa quasi certamente destinata all'insuccesso. Il procuratore generale, infatti, ha formulato un parere negativo, chiedendo alla Corte di rigettare l'istanza per manifesta infondatezza. La difesa ha voluto evidenziare il rischio di condizionamento, per l'esposizione mediatica del caso, per i testimoni e i giudici popolari. Il punto è che, nonostante si sia ancora nella fase dell'udienza preliminare, tutti danno per scontato che si andrà a un processo ordinario. Nessuno chiederà di essere processato con il rito abbreviato. Il timore, per la difesa, è quello di subire in questo modo una condanna per omicidio volontario quando, la strategia è quella di arrivare, durante il dibattimento, a una contestazione meno pesante.
Nei confronti dei quattro ci sono alcune testimonianze ritenute chiave tra le centinaia acquisite, nonché i rilievi condotti dal Ris sulla scena del crimine. I Castagnacci, Palmisani e Fortuna, difesi dagli avvocati Bruno Naso, Angelo Bucci, Massimiliano Carbone, Marilena Colagiacomo e Christian Alviani, tutti detenuti, sono accusati di omicidio in concorso, con l'aggravante dei futili motivi. A tutelare la famiglia Morganti c'è l'avvocato Enrico Pavia.
«Sotto l'effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti - sostiene l'accusa - per futili motivi verosimilmente connessi ad un banale litigio inizialmente avvenuto all'interno del locale Miro music club sito in Alatri e poi sfociati in una sorta di esaltazione collettiva con intenti emulativi dei comportamenti altrui» i quattro sono accusati di aver aggredito il ventenne di Tecchiena «in almeno tre episodi in zone diverse della piazza antistante il locale, in un lasso temporale ristretto, con una escalation di violenza e ferocia, aggressione nel corso della quale, mentre agli amici di Morganti era impedito di prestare aiuto a questi, la vittima veniva inseguita mentre cercava di scappare e colpita con schiaffi e pugni alla testa e al corpo, che ne compromettevano, progressivamente e grandemente, la resistenza fisica e la capacità di reazione, e, da ultimo, con un pugno che attingeva la medesima parte offesa nella zona mediana della nuca, mandandola ad urtare con la zona fronto parietale contro il montante inferiore di una macchina parcheggiata nella piazza, cagionando lesioni personale gravissime» e quindi la morte.
Il medico legale ha ipotizzato come causa della morte proprio il colpo contro il montante della Skoda, lasciandosi comunque aperta la possibilità che la ferita mortale sia stata provocata da un manganello, che, però, non è mai stato trovato nel corso delle indagini.

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