Spazio satira
Il delitto
24.03.2018 - 11:00
«Gliel'avrebbe fatta pagare». È quanto scrive il gip del tribunale di Frosinone lo scorso dicembre nell'ordinanza che spedisce Michele Cialei dritto in carcere con l'accusa di aver ucciso Armando Capirchio e averne fatto sparire il corpo. Ora, quel tassello mancante, ovvero l'assenza di un corpo in un caso di omicidio, è stato ricostruito. Restano da verificare alcuni aspetti che, ancora ieri, non erano stati pienamente chiariti. Chi ha permesso il ritrovamento del corpo di Capirchio? E soprattutto chi ha aiutato Michele Cialei, quantomeno nel far sparire il corpo di un uomo robusto, pesante sugli ottanta chili. Oltre all'arrestato, infatti, risulta indagato, per concorso in omicidio, anche il figlio Terenzio. Stando alla ricostruzione dell'accusa, Cialei padre avrebbe manifestato il proposito di vendicarsi sull'allevatore rivale durante una cena in casa di amici. È la sera prima della scomparsa di Capirchio. Questi alleva cavalli e pecore, l'altro le mucche.
Operano in due zone confinanti tra loro. E le bestie spesso sconfinano. Il che crea frizioni se non dei veri e propri scontri. Cialei in una di queste occasioni come ricostruito dai carabinieri era stato ferito alla testa. Ma Cialei, ultimamente, accusava il pastore rivale della morte di tre sue mucche.
«L'indagato diceva che gliel'avrebbe fatta pagare e che la mattina seguente sarebbe andato a cercarlo in montagna», scrive nell'ordine di arresto il gip Antonello Bracaglia Morante. Il giorno dopo, di buon mattino ricostruiscono gli investigatori Cialei, contrariamente alle proprie abitudini, esce di casa imbracciando il fucile. C'è con lui l'amante che gli dice "ando' vai co ‘sto coso".
Lei si preoccupa e chiama il figlio di Michele. Stando alla ricostruzione della procura Michele quella mattinata chiamerà spesso la donna per dire al figlio di raggiungerlo. Michele tornerà più volte a casa, almeno due. L'ultima volta ha con sè, sotto braccio, delle buste per i mangimi delle bestie. E ieri, il corpo di Capirchio è stato trovato fatto a pezzi e nascosto proprio dentro le buste per i mangimi. Un altro particolare sul quale i carabinieri hanno puntato la loro attenzione. Ma non solo, Cialei quella mattina ha delle ferite a un dito e al naso.
Ma a collegarlo all'omicidio sono altri elementi. Nel corso delle perlustrazioni sul punto dove Capirchio probabilmente è scomparso, su un sentiero di montagna impervio, i carabinieri trovano su alcune pietre delle tracce di sangue. È il punto in cui Capirchio è stato colpito, una volta o forse due. Ci sono degli schizzi a terra, poi più avanti dei segni di trascinamento per una ventina di metri finché la vittima non stramazza al suo. Lì ci sono altre tracce. Il Ris, chiamato a Vallecorsa, confermerà che si tratta del sangue di Armando. Lo stesso sangue trovato secondo i rilievi scientifici sulla Fiat Punto di Cialei e su un guanto simile a quelli sequestrati in casa dell'arrestato. Tutti elementi, uniti alle testimonianze raccolte in paese che hanno finito con il collegare Cialei con la sparizione e con l'omicidio del pastore rivale. La prima svolta nell'inchiesta è a 50 giorni dalla sparizione quando i carabinieri danno esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare.
Ma chi si attende un crollo dell'arrestato resta deluso. L'uomo al giudice non risponde e le sue precedenti versioni non hanno mai convinto gli investigatori del colonnello Fabio Cagnazzo,
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