31.08.2017 - 12:16
Il maggior indiziato è lui. Anche se alla fine saranno i giudici a decidere chi ha ucciso Emanuele. È stato l'ultimo a finire in carcere per l'omicidio del ventenne di Tecchiena. La sera del delitto fugge prima dell'arrivo dei carabinieri. Mentre tutti gli altri restano lì. Pensa di averla fatta franca. Che nessuno farà mai il suo nome. E invece no.
I magistrati del pool investigativo, composto dal procuratore Giuseppe De Falco e dai sostituti Vittorio Misiti e Adolfo Coletta, dopo aver fatto scattare le manette ai polsi di Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, iniziano a torchiare tutti coloro che hanno assistito al delitto. Lo fanno senza sosta. Leggono e rileggono le dichiarazioni. Incrociano quanto affermato da decine di testimoni e li mettono pure a confronto. Poi fanno bingo.
E salta fuori il nome di Michel Fortuna, 24anni di Frosinone. È lui che, stando alle accuse mosse da più di qualcuno (ci sarebbe perfino un testimone oculare che ha riconosciuto gli abiti che indossava quella sera) sferra l'ultimo pugno al ventenne, facendolo sbattere violentemente contro la Skoda. Per poi darsela a gambe un attimo prima che in piazza Regina Margherita arrivino gli uomini dell'Arma. Se ne va a casa, magari pensando solo di aver commesso una bravata. Di aver contribuito a dare una lezione a chi si era permesso di mancare di rispetto a un suo amico.
Poi, alla notizia del decesso, diventa uccel di bosco. Nessuno riferisce della sua presenza. Ma pian piano il muro di omertà inizia a sgretolarsi. E c'è chi decide di riferire agli inquirenti che le persone che picchiavano come belve Morganti non erano solamente Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Che erano pure altri a sferrare calci, pugni e colpi di manganello. E pure a sputargli addosso. I magistrati si convincono che le dichiarazioni rese sono attendibili. E nel momento stesso in cui formulano la richiesta di accertamento tecnico per effettuare la ricerca di tracce biologiche sull'autovettura, oltre a cambiare anche per gli indagati per rissa il capo di imputazione (divenuto per tutti e otto di omicidio volontario), aggiungono alla lista Michel Fortuna.
Al frusinate, così come agli altri, addebitano il delitto. Anche lui è accusato di omicidio. E iniziano a cercarlo per notificargli l'avviso di garanzia. Bussano alla porta della sua abitazione ma, a quanto pare, non lo trovano. Poi lo catturano in casa della zia. Ora, in base ai risultati della consulenza del professor Potenza, la procura potrà ricostruire se il colpo sferrato da Michel è stato quello che ha scaraventato contro l'auto Emanuele.
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