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L'ultimo saluto

Uno straziante addio a Nino

La chiesa dell’Assunta stracolma: ad attendere ieri il feretro di Giuseppe Salvatore un mare di amici e conoscenti. Parole toccanti nella lettera dei colleghi: «Grazie per la tua infinita disponibilità, il tuo altruismo e la tua generosità»

«Grazie per la tua infinita disponibilità. Grazie per il tuo altruismo e la tua generosità». Sono solo alcune delle struggenti parole dei colleghi di lavoro di Giuseppe Salvatore, per tutti Nino, venuto a mancare martedì pomeriggio in un incidente stradale. Uno schianto che si è verificato sul territorio cittadino, nella parte bassa nei pressi della linea ferroviaria, all’incrocio tra via Querceto e via Campo Pantano a non molta distanza dalla sua abitazione. Momenti concitati: l’arrivo dei soccorsi, anche di un’eliambulanza; i vani tentativi di rianimazione e poi quel corpo esanime rimasto lì a terra, coperto da un triste lenzuolo bianco, vicino allo scooter che guidava. I rilievi di rito da parte dei carabinieri della compagnia di Pontecorvo. Poi l’attesa. Ieri è stato il momento del cordoglio, profondissimo. Anzi, straziante.

I colleghi della Lear - azienda dell’indotto Stellantis - in una intensa lettera, hanno ricordato la generosità senza eguali di Nino, la sua capacità di affrontare tutto con il sorriso, cercando a ogni problema la soluzione adeguata. Una chiesa stracolma, quella dell’Assunta: ad attendere il feretro, un mare di amici e conoscenti. Con le auto da rally - sua vera passione - tutte ferme per il suo ultimo passaggio terreno. La sua, bianca e rossa, posteggiata sul sagrato: una passione maturata sin da ragazzino, condivisa con gli amici di sempre e con quelli che nel suo breve viaggio terreno aveva letteralmente conquistato. E ieri a piangere Nino c’erano davvero tutti, accanto alla famiglia, alla moglie e ai due bambini.

«Si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio: così ci sembra di vivere oggi questo Vangelo, di stare dentro a queste Parole» ha detto monsignor Giandomenico Valente - Ci ritroviamo ora in questo Vangelo, è la nostra storia di oggi. Questo buio che è sceso e che ci accompagna fin da quel momento drammatico» continua monsignor Valente dovendo fermarsi a più riprese, tanta la commozione. «Il Vangelo di oggi ci racconta il grido di Gesù sulla Croce: è un grido che riassume e che rappresenta tutta la sofferenza dell’umanità. Un grido che si alza ogni volta che c’è qualcuno che soffre, una famiglia distrutta, un uomo che muore - afferma - Vi dedico la mia preghiera personale».

Una preghiera che monsignor Valente dedica anche alla ragazza coinvolta nello schianto, la ventiquattrenne alla guida della Opel Corsa. «Mi vorrete perdonare se le mie parole oggi appaiono un po’ confuse: è davvero difficile trovare quelle giuste. Le stesse, come pure il silenzio che viviamo, sono come un lenzuolo di tenerezza che possiamo stendere sul nostro caro Nino. E lo facciamo con il cuore, aiutandoci grazie al profondo dono dell’amicizia» ha aggiunto. Così l’intera comunità e i tanti presenti hanno salutato un amico, un fratello, un collega, un figlio e un padre speciale: un dolore difficile da raccontare.

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