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Veroli

Inaugurato il monumento in memoria dei morti per Covid

L'opera è stata realizzata dall’artista Americo Pirazzi. Presenti autorità politiche, civili, militari, associazioni e alcuni familiari di persone che hanno perso la vita durante la pandemia

È stata una mattinata molto emozionante. Numerosi presenti avevano gli occhi lucidi. Il dolore è ancora forte. Il ricordo non morirà mai. E proprio per tenere sempre vivo il ricordo e avere un “luogo del ricordo”, l’amministrazione Cretaro ha voluto dedicare un monumento in memoria delle vittime del Covid, accogliendo la proposta dello scultore verolano, Americo Pirazzi. L’opera, realizzata in collaborazione con la primaria fonderia artistica “Il Cesello” di Calenzano (Firenze), è stata installata nel cimitero. La cerimonia di inaugurazione di sabato scorso, è stata preceduta dalla messa celebrata dall’abate di Casamari, dom Loreto Camilli, insieme a don Adriano Stirpe e a don Seraphin Koualou Kibangou. Presenti anche familiari di alcune vittime del Covid, tra cui parenti dell’abate dom Eugenio Romagnuolo che morì il 4 aprile del 2020.

«Viviamo sempre con questa ferita dentro, ma nello stesso tempo con la speranza che i nostri morti vivano in Dio - ha sottolineato padre Loreto Camilli - con l’impegno di ciascuno di noi affinché queste tragedie non ci tocchino più, non si verifichino più. Il mondo che ha bisogno di fraternità, aiuto e sostegno, non di odio, guerre, non di lotte e strumenti per uccidere il fratello».

Il sindaco Simone Cretaro ha ringraziato tutte le persone presenti e coloro «che stanno condividendo questo momento importante per la nostra comunità. Credo che ognuno di noi ricordi tristemente quelle immagini di 4 anni fa, a marzo, quando tante vittime del Covid venivano portate via da camion dell’esercito e pensavamo che quella triste realtà non potesse arrivare anche nella nostra comunità. Invece, come è stato ricordato, a distanza di qualche mese abbiamo avuto il dolore di dover accertare il primo nostro concittadino caduto a causa del Covid, il padre abate dom Eugenio Romagnuolo. Ne sono seguiti tanti altri purtroppo. Con questa iniziativa vogliamo creare un luogo del ricordo, non della morte dei nostri concittadini, ma della loro vita. Un luogo dove i familiari, gli amici, possano ricordarli nella loro vita, per l’insegnamento lasciato all’interno delle famiglie, per il contributo dato all’interno della nostra comunità. Perché questa è una ferita profonda che la comunità si porta dietro. Un luogo non solo del ricordo, ma anche per dire grazie alle tante persone che hanno dato tanto in quella triste fase per alleviare le sofferenze, superare quelle difficoltà: i volontari, le forze dell’ordine, il personale medico e i tanti che si sono uniti per superare questa triste e inaspettata emergenza».

Tra i ringraziamenti del primo cittadino non sono mancati quelli all’artefice dell’opera, lo scultore Pirazzi «nostro concittadino, che ha fatto tanto con la sua arte e questa è l’ennesima dimostrazione della sua sensibilità, della sua maestria, del suo spirito di gratuità e attaccamento alla nostra realtà». L’artista verolano ha ringraziato l’amministrazione comunale, gli impiegati e gli operai che hanno collaborato. Con impegno e dedizione, Pirazzi, ha lavorato alla realizzazione dell’opera dal titolo “Il mondo è nelle nostre mani”. Un’opera che invita anche a protrarre le braccia all’umanità nel segno della pace, a buttare fuori dal mondo le guerre, le situazioni che creano malessere e divisioni.

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