Spazio satira
Vertice di Ventotene: il più grande pericolo
25.08.2016 - 07:44
Intanto, cominciamo col dire che il Manifesto di Ventotene è una delle opere più demagogiche che esistano, perché dietro la retorica di un grande popolo unico e unito, cela la volontà di abbattere gli Stati nazionali, per via neanche molto democratica, instaurando però un modello tutt'altro che sociale (Ernesto Rossi, coautore del Manifesto assieme a Spinelli, era un economista liberista, favorevole a un federalismo di stampo conservatore).
Ebbene, pochi giorni fa si è svolto a Ventotene il summit tra Renzi, Hollande e Merkel, volto come sembra a porre le basi per la continuazione del lavoro di Spinelli e Rossi. Si è parlato infatti dell'idea di un sistema di sicurezza comune e, logicamente ampliando, di un esercito comune. Ora state attenti: se c'è una cosa che dovrebbe incutere seriamente timore, è proprio l'esercito unico. Perché l'esercito è appuntouno degli elementi fondamentali che identificano uno Stato. Chiaro che per coloro i quali l'obiettivo sono proprio gli Stati Uniti D'Europa, il datonon può che rendere felici. Se però ancora si crede che la vera strada per realizzare la democrazia, i diritti, la coesione e il welfare, sia lo Stato nazionale, allora c'è da preoccuparsi. Il timore sarebbe giustificato dal fatto che uno Stato può definirsi (sinteticamente ma efficacemente) come quell'entità che detiene ed esercita il monopolio della terra - cioè i confini - della moneta (noi non abbiamo più sovranità - e della forza (ovvero può avvalersi di specifici corpi, e quindi pure di un esercito) per far rispettare le sue norme e difendere i propri confini.
Il ragionamento credo sia abbastanza chiaro; quello che mgari può apparire confuso a qualcuno, è il perché uno Stato singolo dovrebbe essere una maggiore garanzia di democrazia. Questo, come molti pensano, è conseguenza dal fatto che l'ente nazionale è considerato un miglior antidoto nei confronti degli aspetti più nefasti della globalizzazione. L'UE predica la libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone. Anche uno Stato è libero di fare lo stesso, ma se vuole può non farlo. E ciò, se ci sforziamo di vedere l'economia con occhio diverso, eterodosso rispetto alla vulgata dominante, può essere anche un vantaggio, non per forza un limite
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