La situazione
27.03.2024 - 18:00
La ripartenza della Reno De Medici ha fatto tirare un sospiro di sollievo a un intero territorio. Ma resta ancora il "nodo" sui fanghi primari. A fine febbraio scorso - lo ricordiamo - l'annuncio atteso da ben sette mesi: una notizia giunta al termine di un delicato incontro al Mimit e di una complessa battaglia legata alla concessione dell'Aia e, non in modo secondario, anche alla classificazione dei fanghi primari: punto questo fortemente contestato in prima battuta dall'azienda. E che resta al centro di un interpello depositato per sciogliere a livello normativo - e una volta per tutte - la questione.
Ieri l'incontro presso la segreteria tecnica del ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, proprio per discutere di questo argomento. Un incontro - a cui hanno preso parte Quadrini, presidente del Consiglio della Provincia di Frosinone e vicepresidente di Anci Lazio, delegato alle attività produttive; il consigliere regionale Tripodi e il sindaco di Villa Santa Lucia, Capraro - per discutere le azioni da intraprendere per monitorare l'impatto ambientale della cartiera e il lavoro che va avanti sull'interpello.
«La ripresa dell'attività produttiva della cartiera Reno De Medici ha fatto in modo che si tirasse un sospiro di sollievo per i tanti posti di lavoro a rischio. Ricordiamo che l'azienda aveva fermato la produzione per effettuare i lavori di riorganizzazione della sua rete di depurazione, coincisi con un'indagine della procura di Cassino sul depuratore esterno del Consorzio Industriale del Lazio» afferma in una nota Gianluca Quadrini
Che continua: «Successivamente il tribunale aveva disposto lo smaltimento di tutti i fanghi, materia prima fondamentale per la produzione. Una volta chiariti tutti gli aspetti relativi all'autorizzazione ambientale, grazie all'impegno delle istituzioni, la cartiera ha revocato la procedura di licenziamento collettivo che aveva riguardato tutti i 163 dipendenti e ripreso la produzione ma oggi rimane la questione della rinominazione dei fanghi primari non come rifiuti ma come materia da riciclo.
È stata una soddisfazione enorme vedere la Reno De Medici riprendere la produzione ma sarà ancora più grande la soddisfazione di sapere che ci sono tutte le carte in regola, a livello ambientale, per far sì che questa importante azienda continui ad esistere».
«In questi mesi siamo scesi in campo più volte per salvaguardare i posti di lavoro e dare voce ai tanti dipendenti che da un giorno all'altro si sono visti sfumare la certezza di un lavoro. Abbiamo interpellato più volte il ministro Fratin, che ringrazio per la disponibilità e per l'impegno nel trovare una soluzione definitiva che garantisse un futuro all'azienda, affinché si garantisse una continuità nella produzione.
Oggi, abbiamo avuto l'ulteriore impegno da parte della Segreteria nella verifica dell'interpello che ha fatto l'azienda che permetterebbe alla cartiera di gestire in modo diverso i fanghi primari, considerandoli come sfridi di lavorazione anziché come rifiuti da smaltire. In questo modo ci sarebbe un ulteriore risparmio per l'azienda che può così investire in forza lavoro. L'incontro si è rivelato una grande opportunità per discutere delle modalità di gestione al fine di garantire una corretta tutela dell'ambiente e della salute pubblica e una continuità produttiva di una delle realtà industriali più importanti del territorio della provincia di Frosinone».
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