Spazio satira
Lo scenario
24.03.2024 - 16:00
Un momento della conferenza stampa a palazzo Munari sulla chiusura del piano di riequilibrio finanziario
«Frosinone può tornare a essere una città normale». Così il sindaco Riccardo Mastrangeli ha parlato della chiusura del piano di riequilibrio finanziario, su cui ha fatto il punto ieri a palazzo Munari insieme all'assessore al bilancio Adriano Piacentini. Con la chiusura del piano di riequilibrio finanziario del Comune di Frosinone, inizia dunque quella che il sindaco ha definito una stagione nuova. E in una città che «riporta l'asticella alle condizioni di normalità», come ha sottolineato Mastrangeli, si potrà tornare ad assumere personale e a investire sulla manutenzione e sulle opere.
Una normalità che mancava dal 2013, quando è stata attivata la procedura per il risanamento del debito di cinquanta milioni di euro contratto dal Comune, avviata dall'Amministrazione di Nicola Ottaviani, di cui Mastrangeli era assessore al Bilancio, e conclusa con la deliberazione numero 34 della Corte dei Conti, che definisce l'obiettivo sostanzialmente raggiunto.
«La scelta di aderire al piano di riequilibrio, oltre dieci anni fa, fu contestata dalle opposizioni che lo vedevano come un percorso sostenibile. Oggi – ha detto Mastrangeli – voglio difendere la bontà di quella scelta, con la quale salvammo diverse famiglie e anche una buona fetta del Pil di questo territorio, perché – ha spiegato – se fossimo andati in default, molti lavoratori avrebbero visto ridimensionati il loro potere di acquisto e la loro qualità di vita. Vedevamo l'uscita dal piano di rientro come qualcosa di irraggiungibile – ha proseguito Mastrangeli – abbiamo dovuto tagliare su settori importanti, sono stati momenti difficili e oggi sentiamo la voglia di condividere con la città l'apertura di una stagione nuova, con la certezza che anni di sacrifici sono serviti a dare alla città maggiore serenità».
Tra i primi effetti della fine di quella che il sindaco ha definito «una lunga traversata nel deserto», quindi, c'è la possibilità di sbloccare il piano di assunzioni al Comune.
Sono trentacinque quelle previste per i prossimi due anni e interesseranno tutti gli ambiti strategici per la corretta amministrazione della città, a partire dal settore ambiente e mobilità, per il quale saranno assunte otto unità. Sarà implementato, poi, l'organico della polizia locale, che al momento è evidentemente sottodimensionato, ma ci saranno assunzioni anche nei settori cultura, commercio, tributi e finanze, urbanistica e lavori pubblici.
A sottolineare la crucialità di questo momento Adriano Piacentini, che ha sottolineato come la dirigenza e le Amministrazioni che si sono succedute abbiano saputo gestire, non senza sacrifici, una situazione drammatica. L'assessore al bilancio ha infatti ricordato che ai cinquanta milioni si sono aggiunti ulteriori debiti fuori bilancio, che hanno portato a un totale di 65 milioni.
«Una tale cifra – ha detto – avrebbe potuto mettere in ginocchio qualsiasi Amministrazione, ma ora siamo fuori da tutto questo. Le maglie ricominciano ad allargarsi – ha sottolineato – Il piano per le assunzioni comporterà un impegno economico importante sul bilancio, ma oggi siamo in grado di affrontarlo. Il Comune di Frosinone negli ultimi venti anni aveva acceso mutui per circa 25,5 milioni. Oggi debito residuo è di soli 3,4 milioni, quindi, con l'uscita dal piano di risanamento, ora possiamo riaccendere mutui con la cassa depositi e prestiti, che abbiamo già attivato, per esempio, per onorare il debito che è quello relativo al contenzioso Delta lavori».
Mastrangeli ha inoltre sottolineato come il raggiungimento dell'obiettivo non fosse affatto scontato: «A livello nazionale – ha spiegato – sono stati 177 i Comuni che hanno presentato i piani di riequilibrio. Soltanto 23 tra questi hanno completato la procedura e Frosinone è uno dei pochissimi capoluoghi ad aver terminato questo tipo di percorso. Attualmente – ha aggiunto – sono stanziati oltre 60 milioni di euro, non provenienti dal nostro bilancio ma da finanziamenti esterni cercati e ottenuti, che saranno investiti su opere materiali di cui la città ha iniziato a beneficiare e beneficerà in futuro».
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