Spazio satira
Il punto
20.03.2024 - 17:00
Acqua: Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 867 euro a famiglia. Seguono Viterbo (614 euro), Latina (592 euro), Roma (448 euro) e Rieti (392 euro). Complessivamente nel Lazio la cifra spesa per la bolletta idrica nel 2023 è di 583 euro. Un dato in aumento del 6% rispetto al 2022 e del 24,9% negli ultimi 5 anni. È questa la fotografia che emerge dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che è stato presentato oggi nel corso dell'evento "Cara acqua, una risorsa da risparmiare e tutelare".
Il rapporto ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2023 in riferimento a una famiglia tipo composta da tre persone un consumo annuo di 182 metri cubi. Se ci attestassimo su un consumo di 150 mc l'anno invece di 182, risparmieremmo in media 101 euro, ossia quasi il 27%. Una famiglia toscana, la più tartassata a livello nazionale, potrebbe arrivare a pagare 183 euro in meno, ed anche una famiglia molisana avrebbe un risparmio di 42 euro. Nel Lazio il risparmio è di 115 euro.
Una famiglia di tre persone, con una soglia Isee fino a 9.530 euro e che ha accesso al bonus sociale idrico, secondo le nostre rilevazioni risparmia annualmente circa 104 euro, ossia il 22% o 27% in meno a seconda che abbia un consumo annuo di 182 metri cubi o di 150 metri cubi. In particolare, nel Lazio, il valore del bonus varia dai 182 euro di Frosinone agli 87 euro di Rieti. Per quanto riguarda gli altri territori Milano e Cosenza conquistano la palma di capoluoghi più economici con 184 euro. La Toscana è la regione più costosa (con 732 euro), con ben otto suoi capoluoghi nella top ten delle province più care. Il Molise è, invece, la regione più economica (226 euro). Mentre in Trentino Alto Adige si registra l'aumento più consistente (+9%).
La dispersione idrica
In base agli ultimi dati Istat (anno 2020), la dispersione idrica nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2% e raggiunge il 42,2% come territorio complessivo italiano. In alcune aree del Paese (soprattutto Sud e Isole) si disperde più della metà dei volumi d'acqua immessi in rete. Se si analizza ulteriormente lo spaccato di alcune realtà, nel Lazio ad esempio, si passa dal 70,1% di Latina al 32,9% di Roma.
Consumi e sprechi
L'Osservatorio ha realizzato anche un sondaggio per quanto riguarda la conoscenza, le percezioni e i comportamenti di consumo dell'acqua. Lo studio ha interessato 3.355 cittadini ed è emerso che le persone sono poco consapevoli del proprio livello di consumo, visto che dichiarano di usare quotidianamente 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio ad abitante indicato dall'Istat in circa 215 litri al giorno. Quasi uno su tre non conosce il proprio fornitore del servizio idrico e oltre il 37% ritiene la bolletta troppo alta. Il 43% non conosce il bonus sociale e il 62% quello integrativo messo eventualmente a disposizione dal proprio comune di residenza. Inoltre, quasi l'80% vorrebbe ricevere informazioni circa l'impronta idrica dei prodotti che acquista, al fine di poter compiere scelte più responsabili. Emerge che oltre il 90% si dichiara attento a non sprecare acqua. E lo fa essenzialmente preferendo la doccia al bagno e utilizzando gli elettrodomestici a pieno carico. Circa la metà dei cittadini intervistati non beve regolarmente acqua di rubinetto e, sebbene la metà dichiari di avere a disposizione nel proprio Comune le cosiddette case dell'acqua, quasi il 40% afferma di non aver mai fatto rifornimento presso le stesse. Un cittadino su due ritiene insufficienti le informazioni a disposizione sulla qualità dell'acqua di rubinetto e nella stessa percentuale vorrebbe riceverne di più puntuali al riguardo attraverso la bolletta. Per chi acquista prevalentemente quella in bottiglia, la spesa media mensile è fra i 20-25 euro a famiglia. Il 45% ritiene più sicura e controllata l'acqua in bottiglia, percentuale che sale al 57% nel sud e nelle isole, dove uno su quattro dichiara che nel proprio comune sono state emesse ordinanze di non potabilità.
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