La vicenda
01.03.2024 - 12:00
Ennesima aggressione ai danni del personale medico e infermieristico del Santa Scolastica. Questa volta durante il trasporto in ospedale.
Un parapiglia che martedì sera avrebbe finito con il coinvolgere tutto il personale presente, nel tentativo di bloccare il quarantacinquenne. L'infermiere medicato e visitato ne avrà per quattro giorni.
Si tratta dell'ennesimo episodio ai danni dei professionisti del Santa Scolastica. L'ultimo a novembre, sempre con il coinvolgimento di pazienti psichiatrici.
In quel caso il paziente ricoverato - un trentenne della zona - avrebbe dato in escandescenze scagliandosi contro uno dei medici in servizio. Poi sarebbe fuggito. Immediato l'intervento dei carabinieri di Cassino che lo hanno rintracciato in poco tempo, a non molta distanza dall'ospedale, riportandolo nel presidio ospedaliero. Ma questa non sarebbe neppure l'unica volta.
La violenza registrata tre mesi fa nel reparto Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) aveva già confermato la necessità di alzare il livello di sicurezza. Ma anche un'altra cosa: con la chiusura degli Spdc di Sora e di Frosinone, quello di Cassino rischia una pressione senza eguali. Così come le forze dell'ordine chiamate a intervenire dopo le violenze. Certamente uno dei reparti più delicati e più a rischio.
La denuncia dell'Ugl Salute
Forte la denuncia dell'Ugl Salute. «Arriva da Cassino l'ennesima notizia di un atto di violenza ai danni di un operatore sanitario. Questa volta vittima dell'aggressione è stato un infermiere di un equipaggio di un'autoambulanza dell'Ares 118 impegnato a trasportare presso il pronto soccorso dell'Ospedale Santa Scolastica una persona in stato di alterazione psichica. Quest'ultimo si è accanito con inaudita violenza sull'operatore percuotendolo con calci e pugni» scrivono dall'Ugl Salute.
«Non si può più rimanere inermi di fronte a gesti assurdi come questo» dichiarano il segretario nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano e Rosa Roccatani, segretario provinciale di Frosinone. «Ci sorprendiamo che i giovani si allontanino dalle professioni sanitarie. Se devono pensare di dover svolgere un lavoro dove il rischio di aggressioni è all'ordine del giorno diventa naturale vederli optare per altri percorsi. Ci avviciniamo alla "Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari" che sarà celebrata il prossimo 12 marzo.
Riempiamola di un significato concreto: bisogna proteggere gli operatori che sono un patrimonio imprescindibile del Sistema sanitario nazionale. Ed è compito delle istituzioni intervenire con urgenza per evitare gravi tragedie» concludono i sindacalisti.
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