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L'inchiesta

Truffe agli anziani, maxi operazione. Dieci in arresto

L'operazione della procura di Santa Maria Capua Vetere. Colpi anche nel Basso Lazio: tra le vittime un'anziana di Ausonia e una pensionata di San Giovanni Incarico

Privavano gli anziani persino delle fedi, di beni a cui erano legavano preziosi ricordi. E lo facevano senza alcun rimorso. Maxi operazione della procura di Santa Maria Capua Vetere: dieci persone arrestate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Oltre 50 i raggiri commessi, anche nel Basso Lazio. Tra le vittime pure un'anziana di Ausonia e una pensionata di S. Giovanni Incarico. I carabinieri della Compagnia di Caserta hanno dato esecuzione ieri mattina all'alba a un'ordinanza di misura coercitiva, emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di 10 persone - 2 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 8 ai domiciliari - tutti residenti a Napoli. Nei loro confronti l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di anziani.

«Sono state oltre 50 le truffe consumate o tentate nei confronti di soggetti vulnerabili, residenti prevalentemente in Campania e nelle zone del Basso Lazio accertate nel corso delle indagini, dalle quali i responsabili hanno ricavato un profitto complessivo di oltre 100.000 euro in denaro contante, cui va aggiunto il valore di numerosi e preziosi gioielli e oggetti in oro, consegnati dalle vittime quando non avevano la disponibilità delle somme di denaro richieste» hanno spiegato dal Comando provinciale di Caserta.
L'ordinanza di custodia cautelare costituisce l'epilogo di una complessa attività investigativa avviata nel 2021, svolta sia con attività d'intercettazione telefoniche, sia con servizi di osservazione e pedinamento - grazie alla quale sono state acquisite informazioni che anche per merito del raccordo informativo tra i vari comandi dell'Arma dei carabinieri - hanno consentito di scongiurare che numerosi tentativi di truffa venissero portati a termine e di procedere anche all'arresto in flagranza di 6 componenti del gruppo e altri due denunciati.

Il 17 giugno di due anni fa, ad Ausonia, furono arrestati in due subito dopo aver commesso una truffa in danno di un'anziana di 85 anni dalla quale si erano fatti consegnare, con l'inganno, gioielli in oro e persino la fede. Sempre con il ricorso all'espediente di un parente in difficoltà che non ne sarebbe uscito senza il loro aiuto. Preziosi che furono recuperati e restituiti alla vittima.
L'8 agosto del 2021, poi, ancora un colpo in zona, a San Giovanni Incarico. Anche in quel caso gli arresti furono immediati: in manette due soggetti bloccati subito dopo aver consumato una truffa nei confronti di una settantenne dalla quale si erano fatti consegnare, sempre con l'inganno, buoni postali per un valore di 25.000 euro. E anche in questo caso, i beni furono recuperati e restituiti alla vittima. Le truffe messe a segno hanno riguardato anche diverse zone del territorio campano: il modus operandi, sempre lo stesso.

L'organizzazione
«Le indagini, in particolare, hanno consentito di disvelare - spiegano gli inquirenti - una struttura organizzativa stabile del gruppo criminale, che aveva un preciso modus operandi. Alcuni si occupavano di individuare le zone dove operare, selezionare le vittime, fornire gli apparecchi telefonici e i veicoli utilizzati per commettere le truffe. Altri, invece, erano gli esecutori materiali. Il sistema di raggiro utilizzato dal sodalizio criminale consisteva, infatti, nel contattare tefonicamente le vittime fingendo di essere un parente (solitamente il figlio o il nipote) e di avere un grave ed urgente stato di necessità, con la finalità di convincere la persona anziana a corrispondere una somma di denaro». Una volta che la vittima aveva abboccato al raggiro. entravano in azione gli esecutori materiali, che si presentavano a casti e prelevavano la somma richiesta o, in assenza di contanti, gioielli e oggetti in oro. «I proventi dei reati venivano poi consegnati dagli esecutori materiali ai capi e agli organizzatori della compagine associativa. questi ultimi appartenenti ed un medesimo nucleo familiare» hanno concluso i militari durante la conferenza stampa.

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