Spazio satira
Il botta e risposta
07.07.2023 - 15:00
Il caso Egato di Frosinone da amministrativo-giudiziario diventa politico.
All'indomani della decisione, adottata dal presidente della quinta sezione del Tar del Lazio, di sospendere gli atti con i quali la Regione annullava le procedure di costituzione dell'Egaf, senza attendere l'eventuale conferma del provvedimento in forma collegiale, che ci sarà all'esito dell'udienza del 2 agosto, è scoppiata subito la polemica politica.
Il ricorso presentato contro la scelta della Regione Lazio di azzerare gli Egato porta la firma dell'avvocato Francesco Scalia per conto dell'Egaf, ente presieduto dall'ex consigliere regionale del Pd Mauro Buschini. Nel ricorso si evidenzia che l'errore sulla ripartizione delle quote di dieci comuni della Valle di Comino oltre a non aver influito sul voto degli organi dell'Egaf era risolvibile con una «rettifica-convalida». E che tale era la volontà della amministrazione uscente. Inoltre, l'avvocato Scalia scrive nel ricorso che «per superare gli Egato sarebbe necessaria una nuova legge regionale». Legge che andrebbe in contrasto con la norma nazionale che ne prevede l'istituzione.
E subito il Pd va all'attacco: «La decisione del Tar denota quanto già da noi espresso nella commissione consiliare competente. La delibera che annullava la costituzione degli Egato, infatti, non aveva alcun valore tecnico e amministrativo. Ancora un colpo durissimo per l'amministrazione Rocca», scrivono le consigliere regionali Sara Battisti ed Emanuela Droghei.
«È un fatto grave - proseguono - che la maggioranza in Regione abbia voluto accelerare su una delibera dettata meramente da motivi politici e non tecnici. Al processo di costituzione degli Egato si è giunti dopo il lavoro in commissione, partecipato da tutte le forze politiche, compreso il centrodestra. Oggi, invece, si utilizza l'accanimento contro gli organi di un ente autonomo, istituito grazie ad una assemblea di sindaci di 91 comuni in rappresentanza dei cittadini della provincia di Frosinone e delle parti politiche e civiche presenti sul territorio, per nascondere una totale assenza di visione sul piano rifiuti».
Di «polemica strumentale e inutile da parte dei consiglieri regionali del Pd contro la giunta Rocca» parla Daniele Maura. «Una decisione quindi che in nessun modo giudica, o tantomeno boccia, il provvedimento della giunta regionale - spiega - spiega il consigliere regionale di FdI - Ci appaiono quindi del tutto fuori luogo, e decisamente inopportune le dichiarazioni delle consigliere del Pd Battisti e Droghei. Ricordiamo inoltre che sui criteri di rappresentanza è pendente, sempre presso il Tar del Lazio, un ricorso presentato dal Comune di Fiuggi. È forse il caso di evitare certi toni eccessivamente trionfalistici da parte del Pd che mentre a livello nazionale porta avanti la battaglia per il reddito minimo, nel Lazio sembra interessato unicamente a difendere la poltrona del presidente dell'Egato di Frosinone e il suo ricco stipendio, non certo a garantire una efficiente gestione dei rifiuti sul territorio regionale».
Sulla questione si registra anche la presa di posizione del movimento 5 Stelle. «Mentre qualcuno esulta per una notizia che rimanda di poche settimane il giudizio, noi continuiamo a ritenere che i soldi dei Comuni possano essere gestiti meglio, visto che il presidente dell'ente, ex consigliere regionale del Pd, riceve un lauto stipendio per la sua nuova carica», affermano la consigliera del movimento 5 Stelle in Regione Lazio, Roberta Della Casa, e la consigliera capitolina del movimento, Virginia Raggi. Che concludono dicendo: «Sosteniamo da sempre la centralità del tema dei rifiuti e la necessità di affrontarlo in maniera definitiva, ma non attraverso l'ennesimo poltronificio».
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