Spazio satira
Il quadro
07.11.2022 - 12:00
La transizione verso fonti di energia rinnovabili è cruciale per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e in chiave risparmio energetico, considerata l'esplosione dei costi dell'energia che si è riflessa in bolletta. In questo senso, dal Lazio arrivano pessime notizie, essendo una delle tre regioni italiane che non ha centrato gli obiettivi posti dall'Ue. Un risultato questo certificato dal portale specializzato Openpolis che ha calcolato la quota di consumo di energia da fonti rinnovabili (2020) su dati Gse. Dal punto di vista dei consumi, l'Unione europea ha definito dei traguardi che sono stati raggiunti con l'impegno dei singoli Stati membri. A livello italiano, il conseguimento degli obiettivi è definito anche dai contributi delle singole regioni.
I consumi nell'Ue
L'Unione europea ha come obiettivo quello di diventare il primo continente a emissioni zero entro il 2050. Per muoversi in questa direzione, ci sono stati diversi provvedimenti dal punto di vista legislativo. In particolare, la direttiva 2009/28 del parlamento europeo e del consiglio sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili definisce i traguardi comunitari per quel che riguarda il consumo di energia da fonti diverse da quelle fossili. È una misura che riguarda tutti gli ambiti del consumo di energia. All'interno del segmento energetico, ci sono tre componenti principali: elettricità, trasporti e riscaldamento. Ciascuno può essere supportato tramite un mix energetico di risorse rinnovabili ed estrattive. Nella direttiva, erano definiti due obiettivi da raggiungere a livello comunitario entro il 2020. Nello specifico, il consumo di energia da fonti rinnovabili doveva essere superiore al 20%, mentre per il settore dei trasporti questo limite minimo era fissato al 10%. Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti nell'Unione europea nel suo complesso. Come riporta Eurostat, il consumo di energia rinnovabile è, infatti, passato dal 9,6% del 2004 al 22,1% del 2020, con 2 punti percentuali in più rispetto al traguardo prestabilito. Per quel che riguarda i trasporti, si riporta, invece, un aumento dall'1,6% del 2004 al 10,2% del 2020, con un incremento di oltre 8 punti percentuali.
L'Italia e il ruolo delle regioni
Sul piano nazionale, la direttiva europea è stata recepita con il decreto legislativo 28/2011. Come per gli altri Stati membri, anche per l'Italia erano stati definiti due traguardi da raggiungere entro il 2020. Uno era relativo ai consumi finali lordi, che dovevano essere supportati da fonti rinnovabili almeno per il 17%. Il secondo, invece, riguardava specificamente il settore dei trasporti, in cui il minimo era stabilito al 10%. L'Italia è stato uno di quei Paesi comunitari in cui il risultato raggiunto ha superato gli obiettivi prestabiliti. Sul piano nazionale, il secondo target, quello legato ai trasporti è stato raggiunto nel 2020, con un valore pari a 10,7%. Al contrario, l'obiettivo generale era già stato raggiunto nel 2014 con il 17,1% andando poi a crescere fino al 2020 con il 20,4%. Un dato su cui ha inciso anche la diminuzione dei consumi dovuta alle limitazioni dei trasporti e alle attività commerciali causate dall'emergenza pandemica. Secondo Eurostat, questo può aver inciso principalmente sulla diminuzione dello sfruttamento dell'energia prodotta con combustibili fossili. Per il raggiungimento del primo obiettivo nazionale è stato necessario il contributo di tutte le regioni. Per questo motivo il ministero dello sviluppo economico ha emanato un decreto nel 15 marzo 2012 chiamato "burden sharing", che significa letteralmente "condivisione delle responsabilità". Questo decreto ha definito, infatti, i target minimi di consumo per ogni singola regione. Esattamente come nel caso nazionale, l'obiettivo è stato calcolato facendo un rapporto tra l'energia consumata da fonti rinnovabili e i consumi totali. Per quel che riguarda le regioni non si è tenuto, però, conto del settore dei trasporti dal momento che è un settore principalmente di competenza statale. Come riportato da Gse, coerentemente al resto d'Europa, nel 2020 i consumi sono diminuiti rispetto all'anno precedente in tutte le regioni. La Valle d'Aosta si è riconfermata la regione con il consumo maggiore di energia da fonti rinnovabili (105%). A seguire la provincia autonoma di Bolzano (67,9%), la Basilicata (52,1%) e la provincia autonoma di Trento (47,2%). In fondo alla classifica Emilia-Romagna (12%), Lazio (11,2%) e Liguria (7,9%). In termini di valore assoluto, la Lombardia è stata quella a riportare i consumi maggiori, sia per il dato complessivo sia per l'ambito delle energie rinnovabili. È però importante notare che questa è la regione con il maggior numero di abitanti in Italia. Come è stato detto, per ogni regione erano previsti degli obiettivi specifici. In linea con il dato nazionale, quasi tutti i territori considerati hanno registrato un valore superiore ai traguardi prestabiliti. La regione che ha avuto il consumo più ampio rispetto alle previsioni è stata la Valle d'Aosta (+53,3 punti percentuali). A seguire la Provincia autonoma di Bolzano (+31,4), la Basilicata (+19) e la Calabria (+15,7). Gli incrementi minori si registrano in Emilia-Romagna (+3,1 punti percentuali), Campania (+3,1) e Toscana (+1,9). Tre le regioni in cui il valore riportato è stato minore di quello definito dal burden share: Lazio (-0,7 punti percentuali), Sicilia (-2,1) e Liguria (-6,2).
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