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La storia

Cieca cacciata dal negozio. «Serve maggiore sensibilità»

Il caso della giovane non vedente allontanata da un negozio a Pontecorvo continua a far discutere. L'Unione ciechi di Frosinone scende in campo

Una giovane donna non vedente allontanata da un negozio di Pontecorvo perché la presenza di Elga, un dolcissimo Golden retriever di quattro anni, non era gradita. Non un amico a quattro zampe qualunque, però, ma un cane guida. E a nulla sarebbero valse le spiegazioni sulla necessità di tenere la bellissima cucciolona sempre accanto: a umiliare Sara Falcone, 35 anni domiciliata a Piedimonte, non vedente, sarebbero stati i noti usati. E quell'allarme fatto suonare come se fosse stata una ladra. Poi le scuse di un responsabile locale e anche del gruppo della catena dei negozi per quello che gli stessi referenti hanno definito una "incomprensione". «Ma non è stata una incomprensione far suonare l'allarme del negozio né i toni» precisa Sara. Che subito dopo ha chiamato i carabinieri, intervenuti con celerità. Una vicenda che avrà certamente un risvolto giudiziario, con la presentazione nelle prossime ore di una denuncia.

Ma che più di ogni altra cosa riaccende i fari sull'assenza di sensibilità e di conoscenza quando si parla di disabilità. «Il disabile è emarginato dalla società. Come se non esistesse, come se non avesse diritto di vivere. Noi, invece, abbiamo voglia di farlo anche più degli altri. E abbiamo il diritto di viverla esattamente come gli altri - afferma Sara Falcone - Vorrei che queste mie parole fossero di sensibilizzazione verso una realtà che è presente in tutto il territorio italiano, che è una realtà di ininclusione e un deterrente per il diversamente abile. Un freno a uscire e fare una vita normale». Poi aggiunge: «Eppure basterebbe poco: non parcheggiare sui marciapiedi, non piantare alberi al centro degli stessi ma a bordo strada, piccoli gesti quotidiani di sensibilità. Non è una questione che riguarda solo noi non vedenti o gli ipovedenti. Ma anche le persone sulla sedia a rotelle. O anche le mamme con le carrozzine, più in generale.

Si tratta di un problema reale: uscire diventa pesante. E invece basterebbe poco». Occorre più sensibilità da parte delle amministrazioni ma anche dei cittadini. Poi lancia la proposta - come avviene già in altre realtà italiane - di iniziare a parlarne nelle scuole: solo così è possibile formare persone consapevoli e sensibili. E si dice disponibile, eventualmente, a poter offrire una mano per "cambiare la rotta" in una battaglia delicata e soprattutto di civiltà. «La giustizia, la libertà e la dignità della persona devono restare un fondamento di vita per tutti. Nessuno ha il diritto di toglierle a nessuno» aggiunge Sara.

La solidarietà dell'Unione ciechi
Solidarietà assoluta, dopo quella dell'amministrazione di Pontecorvo, è arrivata a Sara anche dall'Unione ciechi e ipovedenti italiana (Uici), sezione di Frosinone. Una forte presa di posizione, quella del presidente Nicola Londino: «Non c'è ombra di dubbio: è inammissibile che ancora oggi succedano queste cose. Vergognoso. C'è una legge che prevede che i cani guida possono entrare ovunque. Il secondo responsabile, come ci è stato riferito, avrebbe parlato di incomprensione... ma è chiaro che i cani guida possono entrare in ogni attività. Noi come Uici scendiamo in campo, faremo una verifica su tutti i supermercati e sulle attività che pubblicizzano campagne per la famiglia ma poi escludono un non vedente».

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