Ambiente
01.12.2023 - 14:26
Nella foto un tratto del fiume Melfa in secca
"Una situazione gravissima". Fare verde lo scrive a chiare note invocando un drastico cambio di rotta. L'associazione di protezione ambientale si riferisce ai prelievi d'acqua per le centrali idroelettriche e per l'uso irriguo che riducono i fiumi in secca. Soprattutto il Melfa. Tanto che nelle osservazioni al nuovo Piano del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ha rimarcato in particolare la grave situazione in cui versa il fiume.
Marco Belli e Manola Boccarossa, dirigenti nazionali di Fare verde, hanno focalizzato le loro osservazioni sull'incidenza negativa relativa agli ecosistemi definendo la gestione della risorsa idrica "innaturale e illegale in quanto il deflusso minimo vitale del fiume Melfa non viene rispettato con danni irreparabili alla fauna e alla flora acquatica". Un grido d'aiuto per un fiume che rischia di scomparire.
La proposta di Fare verde per salvare il Melfa è chiara: "modifica dell'articolo 16 delle Norme tecniche di attuazione del Piano con l'inserimento di due nuovi commi che possono difendere tutti i corsi d'acqua del Parco; vietare qualsiasi intervento che modifichi il regime naturale delle acque superficiali e sotterranee; vietare altre derivazioni per scopi idroelettrici e irrigui; prevedere il monitoraggio obbligatorio e almeno semestrale delle concessioni, delle derivazioni e dei prelievi".
"Solo un monitoraggio attento - conclude Fare verde - assicurerà il deflusso minimo vitale ed eviterà le tristi foto pubblicate dal sindaco di Roccasecca che più volte ha denunciato l'alveo del Melfa completamente arido".
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