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L'intervento

La sanità dopo la pandemia: «Risolvere il problema delle liste d'attesa»

Presa di posizione delle segreterie di Cgil-Cisl-Uil. «Saltati interventi e visite importanti». Non si può più rimandare, tra le priorità c'è pure la tematica dei posti letto

«Il 4novembre sono convocati gli attivi unitari di Cgil-Cisl-Uil per rilanciare la sanità pubblica». Così i segretari regionali Michele Azzola (Cgil), Enrico Coppotelli (Cisl) e Alberto Civica (Uil) e le rispettive categorie interessate.

Scrivono: «La pandemia ha impegnato moltissimo la Regione Lazio sia sul fronte dell'emergenza che su quello della vaccinazione. Il resto dei problemi è stato purtroppo accantonato. A pagarne le conseguenze sono persone con patologie, il più delle volte gravi, che sono costrette ad aspettare mesi per una prestazione sanitaria. Per il post-Covid tra le priorità che ci aspettiamo vengano risolte ci sono in primis l'annoso problema delle liste di attesa e l'accesso ai servizi. Da tempo abbiamo richiesto un confronto per trovare soluzioni e ricondurre la situazione a normalità. A oggi, a causa del Covid-19, sono saltati 33.000 interventi, 400.000 visite oncologiche e i morti sono aumentati del 6%. 

Siamo convinti che sia necessaria una vertenza per rilanciare la sanità pubblica regionale a partire da un impegno della Regione a ottenere più risorse dal governo per dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini del Lazio. Sono tanti i temi aperti che meritano risposte, come una riorganizzazione dell'intera rete ospedaliera: molte sono le segnalazioni che ci arrivano sulla difficoltà di trovare un posto letto perché i reparti sono già al completo. È assolutamente necessario fare un tagliando e valutare anche quali sono le problematiche che affliggono i Pronto soccorso che non riescono a smaltire le emergenze.

Per quanto riguarda i fondi che arriveranno dal Pnrr chiediamo che si aprano tavoli in cui discutere su come utilizzare le risorse, capire quali siano le reali necessità e dare risposte ai cittadini per costruire la sanità del futuro. Crediamo occorra partire da una sanità territoriale, che sia davvero il primo step a cui i cittadini si possano rivolgere per avere risposte e che non abbiano necessità di ricovero.

Pensiamo che, con l'uscita dal commissariamento, si debba lavorare per eliminare definitivamente l'addizionale regionale introdotta per far fronte ai debiti del Sistema sanitario regionale. Per rilanciare la sanità pubblica della nostra regione pensiamo sia necessario proseguire il percorso fatto».

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